Conclave

L'ultima pietra sulla Chiesa O'Brien ammette le molestie

Il prelato scozzese chiede scusa per le sue condotte sessuali "sotto standard". Il discusso cardinal Mahony: "Il Vaticano ha voluto che venissi a votare"

L'ultima pietra sulla Chiesa O'Brien ammette le molestie

Anche gli scandali avranno il loro peso sulla nomina del nuovo Pontefice. È planato da Los Angeles a Roma persino il contestato cardinale Roger Mahony. Ma non per sua volontà, dice. Su «istruzioni» del Vaticano ha precisato lui stesso in un'intervista al National Catholic dopo che la sua trasferta romana è stata aspramente contestata negli Stati Uniti. Le polemiche intorno al suo ruolo sono nate dopo la pubblicazione di documenti che lo coinvolgerebbero nella copertura degli scandali di decine di preti pedofili.
«Sono qui perché il Santo Padre mi ha nominato Cardinale nel 1991 e il primo lavoro di un Cardinale è l'elezione di un Papa in caso di sede vacante», ha puntualizzato Mahony. «Senza che io chiedessi nulla, il nunzio a Washington mi telefonò dicendo che aveva avuto richiesta dai vertici del Vaticano affinché venissi per partecipare al Conclave».

Il cardinale si è detto quindi «stupefatto» per le polemiche seguite alla pubblicazione dei documenti, ricordando che le informazioni salienti sulle molestie sessuali potevano già trovarsi in un dossier di 22 pagine disponibile sul sito dell'arcidiocesi fin dal 2004.
«Ci sono alcune nuove cose nelle carte, ma nulla di squalificante», ha puntualizzato Mahony al giornale cattolico aggiungendo che le critiche che lo riguardano sono ingiuste perché applicano standard odierni rispetto a quella che era la normale pratica del tempo.
«La gente dice adesso: “perché non avete chiamato la polizia?”», ha osservato il cardinale: «A quei tempi nessuno lo faceva, di solito su richiesta delle famiglie. Quel che ho fatto allora era in linea con quel che si faceva altrove: nei Boy Scouts, le scuole pubbliche, le scuole private in tutto il Paese». Poi, il prelato ha affidato a twitter le sue pesonalissime previsioni facendo cenno alla festività di San Giuseppe per dire che «è patrono della Chiesa universale, ma quello è anche il giorno dell'onomastico di Ratzinger». E forse il suo potrebbe anche essere un auspicio legato a un reverenziale omaggio al Papa emerito Benedetto XVI. Un vaticinio?

Tutto questo mentre sulla «orfana» Chiesa cattolica sembra piombare una bufera dietro l'altra. Ieri il cardinale Keith O'Brien, dimessosi nei giorni scorsi dalla guida della sua diocesi in Scozia per «comportamenti inappropriati» (e che quindi non parteciperà al conclave), ha ammesso le sue colpe, chiedendo scusa ma non senza eufemismi: «È vero ci sono stati momenti in cui la mia condotta sessuale è stata sotto gli standard a me richiesti in quanto sacerdote, arcivescovo e cardinale». Le accuse di violenza erano arrivate, oltre trent'anni dopo i fatti avvenuti. Ad inchiodarlo quattro vittime, all'epoca giovani seminaristi. Tutto succedeva negli anni Ottanta, quando O'Brien era «direttore spirituale» del St.Andrew's College, in Scozia.
L'«approccio inappropriato» sarebbe avvenuto subito dopo le preghiere della sera, secondo quanto riportato dal giornale inglese The Observer. Fra i quattro accusatori c'è anche un ex prelato: avrebbe abbandonato il sacerdozio nel momento in cui O'Brien venne nominato cardinale, nel 2003, da Giovanni Paolo II.

È precisa la ricostruzione del Guardian: i quattro avrebbero fatto pervenire queste loro denunce direttamente a monsignor Antonio Mennini, il nunzio apostolico in Gran Bretagna, una settimana prima dell'11 febbraio, ovvero della gran rinuncia di Benedetto XVI.

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