Elezioni Regionali

"Mandiamo a casa la destra". D'Amico arruola Todde: missione in Abruzzo

La grillina sarà sul palco in occasione del comizio di chiusura della campagna elettorale in Abruzzo. Il candidato della maxi ammucchiata di sinistra spera di cavalcare l'effetto Sardegna

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La sinistra le prova tutte e, in preda alla totale disperazione, cerca di aggrapparsi per tentare di restare a galla. Dopo il risultato del voto in Sardegna (con tanto di giallo sui voti di scarto e l'ipotesi riconteggio) gli occhi della politica nazionale sono puntati verso le elezioni regionali che si terranno in Abruzzo domenica 10 marzo. Qui il campo largo in formato extra large - pieno di contraddizioni - proverà a trionfare contro Marco Marsilio, il presidente uscente in quota centrodestra: Luciano D'Amico non si è accontentato di un carrozzone pieno di partiti e ha "arruolato" Alessandra Todde per cercare di cavalcare l'effetto Sardegna.

La grillina, in occasione del comizio di chiusura della campagna elettorale, sarà nella Regione chiamata al voto tra sette giorni. L'annuncio è arrivato direttamente da Todde che, intervistata ai microfoni di Mezz'ora in più su Rai 3, ha confermato la sua presenza sul palco nella giornata di venerdì 8 marzo per fare da spalla a D'Amico. "Darò il mio contributo per cercare di mandare a casa, almeno regionalmente, questa destra", ha scandito a chiare lettere la grillina. Secondo cui per raggiungere tale obiettivo è necessario utilizzare "ogni leva possibile" a livello di coalizione.

L'obiettivo della sinistra è chiaro: far sì che il vento della Sardegna arrivi anche in Abruzzo portando l'ammucchiata (in questo caso in formato extra large) a essere premiata alle urne. La domanda però presto dovrà ricevere la risposta definitiva che conta, ovvero quella da parte degli elettori: un minestrone del genere risulterà credibile? Gli abruzzesi premieranno o bocceranno l'armata composta da Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Azione, Abruzzo Vivo (Italia Viva), Verdi-Sinistra e Psi? Sarà vincente o perdente l'operazione di unirsi tutti sotto lo stesso cappello (ignorando le forti divergenze e nette spaccature tra i partiti) nella speranza di contare su una mera sommatoria?

A tutto ciò si aggiunge la strategia portata avanti da Giuseppe Conte. A favore di telecamere prova a sminuire alcuni componenti del campo larghissimo, ma basta una rinfrescata per ricordargli che in Abruzzo il M5S si presenterà a braccetto con Azione e Abruzzo Vivo. Alla faccia delle continue liti con Carlo Calenda. E qui sorge un altro interrogativo: anche in caso di successo alle urne, una coalizione così vasta e piena di dissidi come farebbe a garantire stabilità al governo regionale eventualmente guidato da D'Amico?

Sullo sfondo non possono passare inosservate le diverse posizioni su temi cruciali, come ad esempio la sanità privata e le infrastrutture. Senza dimenticare che D'Amico sembra essere intenzionato a tenere lontani Elly Schlein e Giuseppe Conte in occasione del comizio finale. L'obiettivo esplicitato è quello di preservare il carattere regionale della sua candidatura, ma al tempo stesso è lecito sospettare che dietro ci sia un intento ben preciso: far sì che gli elettori non si facciano trascinare da ragionamenti dai connotati nazionali.

In effetti sarà curioso capire come un elettore grillino possa votare con disinvoltura per una coalizione condivisa con Azione di Calenda. La sinistra è disposta a tutto: lo saranno anche gli abruzzesi?

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