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Maometto donnaiolo nel film che ha scatenato l'odio

La pellicola è stata girata in luglio ma diffusa pochi giorni fa. "Sconvolto" il regista Sam Bacile. Diceva: "L’islam è un cancro"

All'origine degli attacchi contro l'ambasciata americana al Cairo e il consolato libico di Bengasi c'è uno sconosciuto lungometraggio, o meglio il suo trailer, girato da un altrettanto sconosciuto e misterioso regista sul quale esistono pochissime informazioni. Il film è intitolato L'innocenza dei musulmani. Nelle immagini, di bassa qualità sia per la regia sia per la recitazione, il profeta Maometto appare in sembianze umane - un tabù per l'islam - ed è dipinto in maniera caricaturale, anche in scene di sesso, è definito un «bastardo», descritto come un capo banda esaltato che inneggia alle violenze. Il trailer di 14 minuti si apre con la scena di una folla di musulmani - vestiti da salafiti - corrente ultraconservatrice dell'islam - con tuniche bianche e lunghe barbe visibilmente finte, che prende d'assalto e brucia il negozio di una famiglia cristiana.
Alla luce dei sanguinosi fatti di Bengasi, di un attacco rivendicato dal Al Qaeda nell'anniversario degli attentati dell'11 settembre, il video di propaganda anti-islamica comparso su You Tube a luglio, ma tradotto in arabo soltanto una settimana fa, sembra essere un pretesto per creare instabilità. Come successo nel caso delle vignette del Profeta Maometto pubblicate dal giornale danese Jyllands-Posten nel settembre 2005, le violenze si sono scatenate molto dopo la comparsa del video online.

Resta il fatto che nelle prossime ore, dalla Tunisia all'Afghanistan passando per l'Egitto, l'allerta sarà alta per l'annuncio di proteste. Il film non è mai stato proiettato nelle sale cinematografiche. Su You Tube circolano 14 minuti di presentazione. The Lede, blog del New York Times, ieri ha cercato di ricostruire la storia di un video misterioso, secondo alcuni siti americani promosso anche dalla diaspora copta e dal reverendo Terry Jones, capo di una congregazione cristiana della Florida divenuto tristemente celebre tra il 2010 e il 2011 per aver organizzato il rogo di copie del Corano. Il trailer è stato ripreso il 5 settembre dal sito web di un egiziano-americano, membro della diaspora copta negli Stati Uniti, noto per le sue posizioni anti-islamiche, Morris Sadek. Ieri, Morris, indicato tra i finanziatori del video, ha preso le distanze dal trailer ed espresso dispiacere per la morte dei funzionari americani. L'uomo, sul suo sito, aveva pubblicizzato le iniziative anti-islamiche di Terry Jones. Il reverendo, in una email al New York Times ha annunciato una proiezione del trailer per ieri sera nella sua chiesa. Ieri, alti ufficiali dell'esercito americano gli avrebbero chiesto di ritirare il suo appoggio al video. Sempre agli inizi di settembre, il trailer ha fatto la sua comparsa sulle televisioni egiziane, sul canale Al Nas nel programma del controverso Sheikh Khaled Abdallah che ha criticato i copti per il contenuto del video. Ieri, portavoci della comunità copta egiziana e della diaspora europea hanno preso le distanze dal video.

Il regista, uno sconosciuto Sam Bacile, secondo il Wall Street Journal è un americano-israeliano, un 56enne agente immobiliare, residente in California, dove è stata girata nell'estate del 2011 la pellicola di due ore, cui hanno lavorato 60 attori e 45 tecnici. Israele ieri ha preso le distanze dalla pellicola. Non c'era nulla sul web prima di ieri a proposito di un regista Sam Bacile e ieri in serata, sul sito dell'Atlantic Monthly, il giornalista Jeffrey Goldberg ha scritto che, secondo informazioni ricevute da Steve Klein, attivista cristiano e secondo alcuni media americani un consulente nella produzione del film, che ha incontrato il regista, Bacile sarebbe uno pseudonimo e l'uomo non sarebbe israeliano. Klein dopo aver parlato con Bacile, che si nasconderebbe ora in una località segreta, ha detto che il regista è «sconvolto» per le violenze, «è crollato», «è preoccupato per la sua vita».
Sam Bacile, contattato ore prima dal Wall Street Journal ha raccontato che la sua pellicola è costata cinque milioni di dollari e i soldi sarebbero stati raccolti attraverso donazioni di americani di origine ebraica.

Per il regista la pellicola è stata girata per spiegare che «l'islam è una religione piena di odio, un cancro».
Twitter: @rollascolari

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