Scandalo Mps

Maxi-tangente Antonveneta, la Procura conferma i bonifici

Il Giornale aveva ragione: in 11 mesi 17 miliardi ad Amsterdam, Londra e Madrid. Spuntano denunce tenute nei cassetti da Bankitalia e Consob

Maxi-tangente Antonveneta, la Procura conferma i bonifici

La Procura di Siena conferma quanto scritto dal Giornale domenica scorsa: dalle casse del Monte dei Paschi di Siena, in 11 mesi, sono usciti otto bonifici per un totale di oltre 17 miliardi con destinazione Amsterdam, Madrid e Londra. L'elenco, anticipato dal Giornale, è agli atti della procura di Siena, che per il filone Antonveneta indaga per aggiotaggio e per truffa ai danni degli azionisti. Chi doveva sapere, sapeva. A Roma. Degli sfaceli di Mps e della follia dell'acquisizione Antonveneta sapeva il Governatore della Banca d'Italia e sapeva il Presidente della Consob, a partire dal 2008 e fino al 2011, ripetutamente sollecitati a intervenire dai preoccupatissimi azionisti della banca. Che in più esposti, finiti ora in mano agli inquirenti (il numero degli indagati è salito a 11) avevano posto l'attenzione sulle scellerate politiche dei vertici Mps e sulle risibili e vaghe spiegazioni di Mussari e del dg Vigni in più assemblee a proposito dei 10 miliardi di euro spesi per la banca del Nordest che ne valeva, stando ai revisori dei conti, al massimo due. Acquisto avvenuto senza fare uno straccio di due diligence.

Questi esposti sono finiti dritti nei fascicoli di indagine, e tra i più significativi ve ne è uno del 9 marzo 2008 col quale, in riferimento ad Antonveneta, si fa presente ai controllori romani come l'assemblea del 6 marzo dello stesso anno, approvò solo l'aumento di capitale e non l'intera operazione che «si sarebbe dovuta valutare nella sua interezza». Parlando in prima persona, ma a nome e per conto di un gruppo di azionisti, il capofila dell'esposto si rifà a quanto urlato in assemblea («Antonveneta sia la madre di tutte le disgrazie della Banca») da azionisti inferociti («Se Monte dei Paschi non avesse fatto quella “scellerata” operazione Antonveneta, oggi avrebbe i mezzi non solo per evitare gli aumenti di capitale, ma per comprare sul mercato a prezzi stracciati, come faceva il Mps di una volta, il Monte dei Paschi degli anni d'oro, guidato da persone capaci»). Gli azionisti lanciano l'sos. Notano troppe anomalie, stranezze, omissioni nell'operazione Antonveneta. Chiedono a chi di dovere, a Roma, «di esaminare la questione con la consueta approfondita imparzialità e competenza» e per far capire meglio l'antifona allegano verbali assembleari, bilanci, comunicati e denunce pubbliche. Passano le settimane, i mesi, gli anni. La Banca precipita nel rosso di bilancio, i solleciti verso Roma continuano. Inutilmente. Fra i tanti, ecco quello del 19 giugno 2011, spedito in via d'urgenza a Bankitalia e Consob: «La filosofia gestionale che ormai da tempo caratterizza il Monte, con particolare riferimento alla gestione dell'avvocato Mussari e del dottor Vigni, non è impostata a quella sana e prudente gestione che nel passato era specificità del Monte».

Seguono esempi di interventi discutibili. Si fa riferimento al Mussari che «avrebbe eluso i reali problemi gestionali della banca» e dove i vertici avrebbero giudicato ininfluente il ricorso alla due diligence (l'investigazione per stabilire l'esatto valore di un'azienda prima della sua acquisizione) da parte di un soggetto terzo». Sul punto Mussari ha riferito in assemblea che l'accounting «fu eseguito da Kpmg mentre la parte legale fu seguita dallo Studio Benessia (perquisito dalla Gdf, ndr)». Alle dure contestazioni d'aver comprato a scatola chiusa la banca del Nordest, l'uscente presidente del collegio sindacale Di Tanno buttò lì una bomba: «Il valore patrimoniale della banca era di 2,3 miliardi e fu acquistata per 9 miliardi. Non entro nel merito se il prezzo di 9 miliardi era appropriato (...). La due diligence preventiva sulla banca veneta non fu fatta» anche se i dati forniti – ricordò di Tanno - alla fine risultarono veritieri.

A fronte di risposte evasive, da Siena partì l'ennesimo sos: «Con riferimento a quanto sin qui esposto, poiché vi sono aspetti inquietanti in relazione alle risposte date su Antonveneta, siamo a chiedere di svolgere gli opportuni accertamenti sanzionando eventuali aspetti anomali tenuto conto dei danni causati ai risparmiatori-soci».

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