Elezioni Regionali 2023

"Salario minimo e migranti". Il Pd parla di nuovo ai grillini

Cuperlo avverte le opposizioni e prova a ricucire con il Movimento 5stelle: "Giuseppe Conte dovrebbe riflettere bene e le opposizioni si siedano a un tavolo"

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La Waterloo della sinistra alle elezioni regionali fa tornare con i piedi per terra tutti gli esponenti dell’opposizione, Partito democratico in primis. Mentre la colazione di centro destra governa quindici regioni su venti, il Pd continua a discutere di alleanze. Ora, a ritornare in voga, è il nuovo-vecchio campo largo: un’alleanza accozzaglia tra Pd e Movimento 5stelle. I candidati alla segreteria del Nazareno, divisi su tutto, si uniscono su un punto: ricucire con i grillini, costi quel che costi.

La tentazione del campo largo

Non è bastata la sconfitta cocente alle elezioni politiche di settembre e il doppio schiaffo alle regionali. Al Nazareno, invece che imbastire una lunga seduta di autocoscienza politica, si pensa a come ricucire con i grillini. Un’alleanza, tra l’altro, già sperimentata e fallimentare. Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria Pd, comincia a portarsi avanti con il lavoro: Giuseppe Conte ora dovrebbe riflettere bene e le opposizioni si siedano a un tavolo”. Insomma, la tentazione è sempre la stessa: una sorta di CLN anti-Meloni, allargato al Movimento 5stelle e a chiunque voglia combattere le “destre” al potere. Una coalizione scarna di contenuti politici e lontana dalle sensibilità degli elettori.

Cuperlo, incalzato da La Stampa, non demorde e lancia un monito alle altre forze di opposizione: “5stelle e Terzo Polo – dice il candidato Pd –dovrebbero prendere atto che l’idea di cavalcare le difficoltà del Pd per presentarsi a un ipotetico tavolo dopo le europee da una posizione di forza si è rivelata un’illusione”. E aggiunge: “Conte dovrebbe riflettere e mi auguro che le opposizioni si siedano a un tavolo individuando tre temi su cui marciare uniti. Tradotto: il Pd chiede a gran voce sia ai grillini che ai centristi di abbandonare quel briciolo di principi politici sviluppati negli anni, mettere da parte le enormi divisioni e marciare uniti contro il centro destra. Un’ipotesi, impossibile a livello politico e fallimentare sul piano numerico: nella recente tornata regionale nemmeno il “campo larghissimo” avrebbe superato la coalizione di centrodestra. In Lombardia si sarebbe fermato a un misero 43% rispetto al 55% ottenuto da Attilio Fontana; nel Lazio un 45% scarso confronto al 53% ottenuto da Francesco Rocca. Insomma, una colazione destinata a perdere.

Migranti, salario minimo e diritti Lgbt

Ancora più dei numeri, a preoccupare gli elettori, sono i temi politici su cui il nuovo campo largo dovrebbe “marciare unito”. Un misto di ideologia rossa lontana dalle urgenze del paese e dallo stesso elettorato di sinistra. Gianni Cuperlo sembra fregarsene e tira dritto: Salario minimo, autonomia e migranti. Siamo alla stessa ricetta, cotta e stracotta, di un Partito democratico in crisi di leadership e identità. Su questi temi, Cuperlo, si trova in buona compagnia: la mozione presentata da Elly Schlein, giovane candidata alla segreteria Pd,tocca il tema delle migrazioni, nell’ottica dei porti aperti, e aggiunge una spruzzata di diritti Lgbtq conditi da un ambientalismo ideologico sfrenato.

Il Pd si trova a un bivio: perseguire l’alleanza con il Movimento 5stelle allontanandosi sempre di più dalle istanze reali del Paese, oppure cominciare un percorso politico costituente.

Di quest’ultimo, al momento, non ve n’è traccia.

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