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Detroit sta ripartendo dopo aver cancellato 18 miliardi di debiti

A luglio 2013 le autorità locali, ammettendo un buco di 18-20 miliardi di dollari, hanno avviato le pratiche per dichiarare "fallita" la municipalità

Detroit sta ripartendo dopo aver cancellato 18 miliardi di debiti

New York - Pochi giorni fa il commissario speciale Kevyn Orr ha depositato un piano di ristrutturazione del debito per 18 miliardi di dollari alla corte fallimentare di Detroit, Michigan.
Le sfortunate sorti della città americana, a lungo tempio dell'industria automobilistica degli Stati Uniti, sono evocate ora in riferimento alle vuote casse di Roma. A luglio 2013 le autorità locali, ammettendo un buco di 18-20 miliardi di dollari - hanno avviato le pratiche per dichiarare «fallita» la municipalità.
A dicembre, il tribunale fallimentare ha accordato a Detroit lo status di città in bancarotta che ha garantito all'amministrazione la possibilità d'essere sottoposta al regime del Capitolo 9, che tutela la città dai creditori (100mila tra pensionati, cittadini, funzionari pubblici, investitori) nello sviluppo e nella negoziazione di un piano di ristrutturazione. A dicembre, il giudice fallimentare Steven Rhodes raccontava una città surreale: il 40% dell'illuminazione pubblica non funzionante, 78mila edifici abbandonati (la popolazione è scesa da 1,8 milioni nel 1950 a 700mila oggi). Detroit «non ha più le risorse per fornire ai residenti servizi base di polizia, pompieri e primo soccorso», ha detto il magistrato.
Il piano di ristrutturazione, che se approvato dal tribunale potrebbe far ripartire Detroit già da luglio, resta controverso: migliaia di edifici abbandonati saranno abbattuti, le pensioni saranno tagliate. Poliziotti e pompieri potranno avere il 90% delle spettanze, il 96% se accettano subito.

Gli altri cittadini riceveranno il 66% o il 74% ma solo se saranno veloci a decidere.

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