Cultura e Spettacoli

Benigni ha inventato un genere: il "one man show" divulgativo

Record con il 44 per cento di share e 12 milioni. Seguita di più la seconda parte, quella didattica

Benigni ha inventato un genere: il "one man show" divulgativo

Boom di ascolti e di commenti. Il giorno dopo La più bella del mondo è un diluvio di reazioni alla serata di Roberto Benigni su Raiuno. I 12 milioni e 619mila telespettatori (43,93 per cento, picco durante l'esegesi della Costituzione) testimoniano che di «evento degli eventi» si è trattato.

L'exploit è stato favorito dall'assenza d'interruzioni pubblicitarie se si eccettua il break dopo l'anteprima che difficilmente compenserà il cachet dell'artista (1,8 milioni per la serata, cui si sommano altri 4 milioni per TuttoDante su Raidue). Per trovare altre audience confrontabili bisogna tornare alla serata finale del Festival di Sanremo con ospite Celentano (14,5 milioni, oltre il 50 per cento) o agli show di Fiorello di un anno fa (anche qui oltre il 50 e 13 milioni e mezzo).

Sono loro tre i big del video. E non a caso tra gli elogi più sentiti spuntano proprio quelli di Celentano - «La tua Costituzione su Raiuno è stato il più bel discorso politico degli ultimi 50 anni» - e di Fiorello - «Quello che ha fatto ieri sera Benigni non va commentato ma va applaudito» -. Ma l'esegesi della Costituzione aveva un'ambizione superiore a quella di altri one man show. Stiamo parlando di un testo fondante, magari perfettibile e aggiornabile, della storia repubblicana. E anche se si può dissentire da certe licenze di satira e dall'euforia eccessiva, bisogna ammettere che di tv di qualità s'è trattato.

Benigni ha inventato l'one man show divulgativo, un genere che forse solo un geniaccio appassionato come lui è in grado di realizzare. Qualcuno ne esce esaltato (Giuseppe Giulietti lo ha candidato per la carica di senatore a vita), qualcun altro ci vede solo «propaganda travestita da satira». In mezzo c'è la Rai che con il dg Luigi Gubitosi osserva: «È un successo che si commenta da solo».

La tv generalista rimane sempre il cuore pulsante del Paese.

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