Cultura e Spettacoli

Ridicolo e banale: García Márquez si può non leggere

Tutti hanno sottolineato la grandezza letteraria del premio Nobel. Ma c'è una voce fuori dal coro

Ridicolo e banale: García Márquez si può non leggere

Caro Direttore,
leggo oggi (ieri, ndr) un bellissimo articolo dell'amico Daniele Abbiati sulle ragioni della letteratura e sulla di lei vittoria sull'effimero. Tutti argomenti giusti e, ripeto, molto ben espressi. Salvo che per un punto: l'occasione suscitatrice sarebbe il tributo di omaggio registrato da Gabriel García Márquez in occasione della scomparsa. Ebbene, dico la mia: si tratta di scrittore rudimentale e quasi ridicolo, che abbiamo letto a sedici anni e che non vale la pena di rileggere né a trenta né a sessantaquattro com'è il caso mio. Ben altro abbiamo; e se penso che a sessantaquattro sono appena in procinto di affrontare il Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi faccio solo un piccolo esempio di priorità letterarie. E mi domando: faccio un caso tra mille: quelli che hanno letto il modestissimo Cent'anni di solitudine hanno mai letto I Viceré di Federico de Roberto? Tanto per nominare un monumento della nostra letteratura, oggi poco citato e poco letto.
Sempre sull'Album leggo un articolo di Massimiliano Parente sul nuovo romanzo di Michele Mari: e lo ringrazio perché Mari è un grande scrittore e un caro amico. Vorrei mettere in rilievo una cosa: Parente parla di un libro, questo di Mari, scaturito come costola da un altro libro; e questo è processo costante in letteratura. Vorrei a questo proposito parlare di un meraviglioso romanzo appena uscito per la Marsilio d'un altro mio caro amico, Massimo Galluppi: Il cerchio dell'odio. Straordinaria è la capacità di mettere in rilievo il trapasso automatico fra l'estrema sinistra (e Galluppi parla dell'estrema sinistra universitaria, degl'insegnanti, locupletati dal regime per fare gli apprendisti stregoni di terrorismo) e il terrorismo. Solo che nel lungo romanzo v'è altro: e si parla della Cina, e del comunismo cinese, e degli anni Venti... Ebbene, questo Cerchio dell'odio sortisce quasi costola da uno dei più grandi romanzi del Novecento, La condition humaine, La condizione umana di André Malraux: e io credo che una delle cose più belle della letteratura sia il caso dell'artifex additus artifici, dell'artista che si aggiunge all'artista.

Buona Pasqua.

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