Scienze e Tecnologia

Se i ragazzi in fila per l'iPhone sono i nuovi nemici del popolo

Sul web coperti di insulti: "Rovina dell'Italia". E la Rai li paragona ai coetanei spagnoli che "invece lottano in piazza". Ma ignora le code alla Apple di Madrid

Se i ragazzi in fila per l'iPhone sono i nuovi nemici del popolo

Migliaia di persone sono rimaste in coda tutta la notte davanti alle Feltrinelli per accaparrarsi una copia calda di stampa dell'ultimo agile tomo di semiotica di Umberto Eco. Non è vero, ma c'è una fetta d'Italia che sogna di svegliarsi la mattina e leggere una notizia di questo tenore sui giornali. Solo a questa condizione sarebbero finalmente fieri di essere italiani.

Appartengono a quel popolo di sociologi tutto-a-un-euro (perché tanto valgono le loro riflessioni) che hanno trovato nella Rete e nei social network una nuova patria. Una volta pontificavano sull'autobus e il rumore del motore copriva la loro voce quel tanto che bastava. E al limite si poteva sempre cambiar posto. Con Facebook e Twitter finalmente possono sfogarsi senza essere interrotti dagli sbadigli. Ieri il vivace acume di questi instancabili osservatori si è appuntato sulle consuete code davanti ai negozi Apple per mettere le mani sui primi iPhone5 messi in vendita. Contro questo fenomeno, peraltro già visto almeno 5 volte (visto che si è ripetuto per l'iPhone 4,3,2, ecc....) si è scagliata la condanna senza appello dall'insulso tribunale di internet. «Sono sconvolta, spendono quanto lo stipendio di un operaio medio con figli», sbotta una su Facebook, e giù gli altri compagni di sconvolgimento facile, ciascuno con il suo carattere. Il politico: «Sono sconvolta anch'io, pensavo che il vento fosse cambiato, ma questo mi ha fatto capire che il berlusconismo è nel Dna degli italiani». L'esistenziale: «Io mi impegno ogni giorno per restare umano, questi non lo farebbero mai». Il nazionalista: «Non sono italiani come me, io me ne sbatto della tecnologia» (avrà spedito il suo messaggio su Facebook con un piccione viaggiatore). E infine il serial killer: «Questa gentaglia andrebbe eliminata». Dunque chi vuole un telefonino Apple per costoro è: 1) Nemico del popolo e degli operai; 2) Berlusconiano (ditelo a Vendola che ha diffuso con una app per iPhone il suo libro L'Italia migliore); 3) Anti italiano; 4) Meritevole di genocidio.

Del resto a suggerire l'assist a questi sagaci commentatori ci aveva pensato la trasmissione di Raidue Ultima parola, che ha additato al pubblico livore gli appassionati di iPhone paragonandoli agli indignados. Il messaggio della trasmissione condotta da Gianluigi Paragone: i giovani italiani fanno la fila per l'iPhone, quelli spagnoli lottano in piazza per il proprio futuro. Un concetto che ieri per tutto il giorno è rimbalzato su Twitter provocando la definitiva condanna a morte degli Apple-maniaci. Un vecchio spot recitava «chi Vespa mangia la mela». Oggi va rivisto: «Chi Mela (morsicata) è la rovina d'Italia».
Inutile segnalare ai fan di Ultima Parola le foto degli spagnoli in coda per l'iPhone a Madrid (oltretutto sotto la pioggia e ben più colpiti di noi da crisi e disoccupazione) e l'articolo di El Pais dal titolo inequivocabile: «Colas para comprar iPhone Apple». Inutile, perché tanto sono gli stessi che prima scorgevano il male d'Italia nelle aspiranti veline, poi nei partecipanti al Grande fratello. E prima era tutta colpa dei fan dei Backstreet Boys o dei Duran Duran. Ma davvero sono diversi e peggiori da chi fa la coda per un autografo di Nanni Moretti? In fondo, entrambi partecipano a un rito collettivo, di certo consumista e difficile da condividere, il cui vero senso però è incontrare chi condivide la stessa passione, colta o meno, poter dire «io c'ero». Gente che non merita un premio, forse.

Ma nemmeno il plotone d'esecuzione.

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