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"Inzaghi? Fortunato ha fatto poca gavetta e adesso è a casa sua"

"Nessun conto aperto con loro. Classica partita che può far bene al calcio italiano. Nessun favorito ma a San Siro voglio vincere io"

"Inzaghi? Fortunato ha fatto poca gavetta e adesso è a casa sua"

Un uomo. E non una macchina. Per questo, Massimiliano Allegri non nasconde le proprie emozioni in vista del match di stasera a San Siro contro il Milan che è stato suo: «Non sarà una partita come tutte le altre. Mi aspetto una serata di emozioni forti, come è giusto che sia. A Milano ho trascorso tre anni e mezzo indimenticabili al cui termine sono rimasti bei rapporti personali: mi riferisco anche al dottor Galliani e al presidente».

È politicamente corretto, l'attuale allenatore della Juventus. Anche quando potrebbe esserlo un pizzico di meno, ché tutti sanno dei suoi contrasti con Inzaghi eccetera eccetera: «Io e lui abbiamo storie professionali diverse. Le nostre carriere da calciatore non sono minimamente paragonabili, visto che la mia non vale la decima parte della sua. Per quanto riguarda invece l'essere allenatore, dopo due anni di serie A con il Cagliari, io ho guidato prima il Milan, vincendo uno scudetto e una Supercoppa, e ora la Juve: lui ha avuto la fortuna e la responsabilità di sedersi subito sulla panchina rossonera, ovvero casa sua». Poca gavetta, insomma, ma senza poi troppa acredine: «Auguro a Inzaghi tutte le fortune possibili, ma a San Siro vorrei vincere io». Se accadesse, Allegri allontanerebbe ancor più il fantasma di Conte, peraltro mai invocato dallo Stadium nei due match casalinghi contro Udinese e Malmoe: tre partite ufficiali finora e altrettante vittorie gli hanno permesso di entrare nel mondo bianconero in punta di piedi ma anche in maniera risoluta, incassando strada facendo i complimenti e gli apprezzamenti dei senatori dello spogliatoio. Gli andasse bene anche stasera, è probabile che mercoledì sera - ospitando il Cesena - riceverebbe una sorta di incoronazione anche da parte di chi aveva storto il naso al suo arrivo. Il Milan come primo esame universitario, insomma: «Non ho nessun conto aperto con loro. Ci aspetta una sfida affascinante, la classica partita che può fare bene al calcio italiano tra due squadre determinate a vincere. Non vedo una squadra favorita rispetto all'altra: noi siamo consapevoli della nostra forza, ma abbiamo anche molto rispetto per loro. Hanno fatto un buon mercato, prendendo sei o sette giocatori importanti, compresi Torres e Bonaventura che hanno anche grandi qualità umane: stanno ricostruendo quanto era andato perduto e Inzaghi sta restituendo grande entusiasmo all'ambiente. I tanti gol presi dal Parma non contano: quella è stata una partita pazza, ma una volta all'anno succede».

Si parla quasi più di Milan che di Juve: inevitabile, forse. E comunque la Signora rappresenta adesso la sua casa, da difendere e abbellire: stasera farà il suo esordio in campionato Chiellini, il recuperato Vidal andrà presumibilmente solo in panchina e al suo posto ci sarà Pereyra, mentre in attacco toccherà ancora a Tevez e Llorente. Lo scorso marzo furono loro a timbrare il successo bianconero: l'Apache ha finora mostrato mirabilie e segnato tre gol, il navarro è ancora a secco ma ha sempre fatto il suo. Potrebbe essere la sua serata, ma occhio anche all'eventuale spezzone di un Morata in clamorosa crescita e uomo che prima o poi Allegri vorrà buttare in pista insieme agli altri due per formare un tridente capace di spaventare chiunque.

In Italia e in Europa.

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