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Irina, la cavalla cresciuta a suon di preghiere È lei la Freccia d’Europa

In un tempo in cui Italia-Francia si litigano il primato per la «produzione» dei migliori trottatori del mondo, manco fossero pregiati alcolici o gustosi formaggi, una sensuale «Zarina» conferma di essere una su cui fare completo affidamento per il trotto del futuro.
Nata e cresciuta a suon di erbe e preghiere sotto le mura di Assisi, in un paesaggio da cartolina, la figlia di Ganimede, pupilla di Sergio Carfagna, ha completato quella gavetta indispensabile per non farla apparire un semplice fuoco di paglia. Il suo grafico è simile a quello dei titoli tecnologici nella rimpianta era della New Economy.
Dopo una carriera giovanile tra alti e bassi, fra luci ed ombre, dovute per lo più a complicazioni caratteriali, Irina ha finalmente messo la testa a posto, trovando nel «Sor Minnucci», quello, per intenderci di Varenne, il manico giusto per diventare un'atleta impeccabile. Prima a Montecatini, la notte di Ferragosto, seconda a Cesena nel campionato Europeo, terza a Torino senza poter mai vedere la luce per correre, quarta a Roma in un Turilli dallo schema impossibile, la figlia di Assisi, ha dominato domenica ad Agnano il Gran Premio Freccia d'Europa, volando il miglio ad 1’11”9.
E lo ha fatto da regina, aumentando le palate, leggi velocità, man mano che il traguardo si avvicinava. Una devastante prova di forza che la colloca sul trono delle Frecce Tricolori. Immaginarsela già, l'ultima domenica di gennaio, sulla nera pista parigina, a caccia del titolo di più forte del mondo, a questo punto diventa un film quasi scontato. In giro per le piste di fenomeni non ce ne sono, il sogno potrebbe diventare presto realtà.


Del resto lei ha sui futuri avversari un vantaggio non da poco: vive a pochi metri dalla patria dei miracoli di San Francesco, ha un frate, Danilo, che prega tutti i giorni per lei e poi, che cavolo, quando trotta va forte come un treno.

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