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«Gli italiani hanno fiducia Raccolta ancora in aumento»

Il vice direttore dell'Abi: «Se la crescita si consolida, le banche potranno accelerare sui piani di sviluppo»

Gian Maria De Francesco

Dottor Gianfranco Torriero, vice direttore generale dell'Abi, qual è l'evoluzione dei depositi bancari?

«Gli ultimi dati relativi alla fine di maggio 2017 evidenziano che la dinamica dei depositi è positiva. Abbiamo registrato un incremento di 58 miliardi rispetto allo stesso mese dell'anno scorso che corrisponde a un aumento su base annua del 4,3 per cento. La raccolta tramite obbligazioni prosegue nel trend di diminuzione mostrato nel corso degli ultimi anni: la variazione su base annua è negativa per 53,6 miliardi di euro. Le due componenti considerate insieme ci restituiscono una variazione tendenziale della raccolta complessiva leggermente positiva, pari allo 0,3 per cento. Le più recenti rilevazioni confermano la tendenza generale dello spostamento della raccolta dalle obbligazioni alle forme più a breve termine e più liquide di investimento».

Un riflesso condizionato rispetto al bail in?

«Questo fenomeno è iniziato nel 20112012 quando si è verificata una maggiore domanda di liquidità delle famiglie e delle imprese a causa del quadro di incertezza complessivo. Anche la riduzione degli investimenti dell'economia reale ha comportato una richiesta sensibilmente più bassa dei finanziamenti bancari più a lungo termine e quindi minore necessità di raccolta di più lunga durata. E per le banche c'è anche una minore convenienza, la raccolta a lungo termine è più costosa rispetto alle operazioni di rifinanziamento con la Bce. Dunque, si tratta di una ricomposizione in atto da tempo. Le forme a breve, poi, sono un indice del rapporto fiduciario tra banca e clientela e questo è un segnale molto importante e molto positivo del quale spesso non si ha piena consapevolezza».

Perché?

«Se si guarda all'andamento delle forme di deposito suddividendole per settori economici, vediamo come nel corso dell'ultimo anno la crescita si sia verificata soprattutto nel segmento delle imprese. Secondo le ultime statistiche della Banca d'Italia, abbiamo registrato un incremento della raccolta del 6,5% per le aziende contro il 3,5% delle famiglie. Questo dà l'idea di un'allocazione dell'autofinanziamento delle imprese verso forme di risparmio più liquide in modo da poterle utilizzare tempestivamente in nuovi investimenti con un rafforzamento dei segnali di ripresa».

Un segno del rapporto di fiducia tra banche e clienti?

«L'attuale allocazione del risparmio risente del fatto che i tassi di interesse siano particolarmente bassi. Dunque o ci si affida a forme di investimento a breve che possono essere facilmente reinvestite quando c'è un cambiamento del contesto o al risparmio gestito, inclusi i Pir, per spuntare potenzialmente condizioni migliori rispetto alle offerte tradizionali. In tutto questo emerge sempre la centralità del settore bancario che si è andata rafforzando. La solidità delle banche, come spesso sottolineato dal nostro presidente Patuelli, dal governatore Visco e dal ministro Padoan, è confermata anche dalla capacità del settore bancario nel gestire adeguatamente le risorse».

Anche i mutui sono inclusi in questo discorso?

«Quello in corso è il terzo anno in cui le compravendite immobiliari mostrano un andamento positivo. Il mercato, infatti, si è ripreso quando si sono create le condizioni finanziarie adatte dal punto di vista dei tassi, ma anche quando le prospettive dell'investimento sono migliorate visto il venir meno dell'incertezza sulla tassazione che aveva determinato le difficoltà del mercato».

Quali sono le prospettive per il settore bancario?

«Le banche intermediano risorse finanziarie per famiglie e imprese. Ora stiamo verificando che il segno dell'andamento dell'economia è positivo, per il terzo anno consecutivo. Ci sono segnali di rafforzamento della crescita e il Pil dovrebbe essere migliore delle attese.

Più miglioreranno le condizioni economiche del Paese tanto più si creeranno le condizioni per consentire alle banche di poter svolgere al meglio il proprio ruolo».

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