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Il jeans moderno, orgoglio e rivoluzione dell'eleganza bio

Svolta ecologista: Re-Hash ricava la fibra dai crostacei, Roy Roger's usa la tintura a gel

Lucia Serlenga

Aveva ragione Pierre Cardin quando diceva che il jeans è un dittatore votato alla distruzione della creatività e andava fermato. Ma nessuno ci è riuscito, anzi. Il suo ruolo all'interno del guardaroba maschile è diventato importante al punto da far sbilanciare gli arbiter elegantiarum verso una nuova religione: con il jeans bisogna mettere una bella camicia e sotto l'abito fa più contemporaneo indossare una T-shirt. Potenza sovvertitrice della moda che negli stand di Pitti Uomo ci fa scoprire un magnifico blazer sartoriale fatto con tutti i sacri crismi ma in denim (Tagliatore), la camicia in lino effetto denim (Xacus) o in tessuto denim color indigo (Eton), il pantalone in tessuto Isko Cosy ovvero immagine jeans e mano cashmere (Gas jeans), il denim con laserature e ricami manuali che profumano di vintage (Messaggerie, Patrizio Piscaglia) e addirittura il piumino effetto denim (Herno). Insomma, la cara, vecchia tela di Genova tesse ormai le trame della nostra vita e riserva straordinarie sorprese. A partire dalla questione, certamente non di poco conto, del rispetto dell'ambiente. Un grande salto verso una creatività eco-sostenibile lo mette per esempio la F.G.1936, azienda nota per il suo marchio Re-Hash, che ha intrapreso con la TRC Candiani Denim, leader mondiale nella produzione della mitica tela, un percorso di ricerca, analisi e classificazione dei materiali ecosostenibili. Il primo passo di questo impegno «green» è la nascita del denim con chitosano. Riciclando l'esoscheletro dei crostacei (scarto dell'industria alimentare) si ricava una sostanza organica biodegradabile derivata dalla chitina, fibra naturale molto diffusa e simile alla cellulosa. L'adozione del chitosano permette di abbattere in modo notevole l'impatto ambientale. Il suo utilizzo, infatti, consente di ridurre fino a dodici volte il consumo di acqua e del 90% il consumo di energia. Nei processi di tintura, soprattutto nei pre-trattamenti, ne aumenta l'efficacia e l'uniformità donando alle tele una maggiore brillantezza. In questo modo viene anche ridotto l'uso di detergenti e altri agenti chimici a vantaggio del benessere dei consumatori e dell'ambiente. In questa direzione si muove anche Roy Roger's che nella collezione Deluxe e in una logica di risparmio energetico e rispetto dell'ambiente, propone la innovativa tintura a gel applicata a pantalone, t-shirt e felpa, con un risparmio di acqua pari al 50 per cento. Ma un atteggiamento più sano anche nei consumi va nella stessa direzione. Per questo assume valore il servizio sartoriale made to measure di Roy Roger's applicato al jeans. Nello stand della maison a Pitti si prendono le misure come in sartoria e dopo aver scelto il modello, si può personalizzare il proprio denim decidendo i dettagli, dal tessuto al filo delle cuciture, dai rivetti per le tasche alla salpa, alle fodere interne, e, esclusiva della maison toscana, persino il tipo di lavaggio del denim.

Insomma, il jeans non cede di un passo di fronte alla nuova stagione anzi procede spedito. Vedi per esempio il nuovo modello di cinque tasche presentato da PT05 Pantaloni Torino. Si chiama «RD Retailord denim» ed è un cinque tasche sartoriale con punto vita un po' più alto e gamba dritta, l'idea di perfezione secondo l'uomo elegante che non vuole rinunciare al piacere del jeans.

Inutile dire che quello del denim è un mondo fatto di sensi, come affermano i protagonisti di Care Label, una collezione raccontata attraverso un'esperienza polisensoriale: i suoni dei processi di lavorazione, della costruzione e delle finiture, quelli dell'indosso.

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