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Jon Huntsman

Dopo aver imparato il cinese è stato ambasciatore degli Usa a Singapore e poi in Cina. Governatore dello Utah, ha collaborato con Reagan, Bush senior e Bush junior. Si è ritirato dalla corsa il 16 gennaio

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Jon Meade Huntsman si è ritirato dalla corsa il 16 gennaio 2012, dopo solo due tappe e il terzo posto in Newh Hampshire (18%, dietro a Romney e Ron Paul), lo stato dove aveva puntato per portarsi ai primi posti. Il terzo posto rimediato nello "Stato di granito" non era male, ma troppo poco per sperare di scalzare Romney dalla vetta, soprattutto guardando alle prossime scadenze del Sud, dove prevalgono i conservatori. Pare anche che fosse a corto di finanziamenti, così ha deciso di staccare la spina dando il suo endorsement a Mitt Romney, mormone come lui, nella speranza, in caso di vittoria finale, il 6 novembre, di diventare segretario di Stato.

Nato a Redwood City (California) nel 1960, è un politico e diplomatico, anche se in precedenza si è occupato di business, come dirigente nel gruppo di suo padre, il miliardario Jon Huntsman senior. Sposato, ha sette figli (due adottati). Vanta un’esperienza politica di primordine: ha lavorato con Reagan e con Bush senior. Ha continuato a collaborare con Bush junior nel settore del Commercio estero. Dopo gli studi è andato a Taiwan, come missionario mormone, dove è rimasto per sette anni imparato le basi del cinese. Dal 1992 al 1993 è stato ambasciatore a Singapore. Dal 2009 al 2011 su incarico di Obama ha fatto l’ambasciatore a Pechino.

Tra il 2005 e il 2009 è stato governatore dello Utah (eletto nel 2004, è stato confermato nel 2008 ma si è poi dimesso accettando l’incarico di ambasciatore in Cina). Il Pew Center ha definito lo Utah “Stato meglio amministrato negli Usa”, e uno dei tre migliori dove fare business. Politicamente moderato Huntsman si è occupato di temi come il controllo delle armi, l’ecologia e l’omosessualità. Pur essendo contro il matrimonio gay, ha dato il suo sostegno alle unioni civili. Su uno dei temi più controversi in America, la riforma sanitaria, lui non è ideologicamente ostile come i suoi colleghi del Gop. Non vuole, però, l’ingerenza dello Stato, auspica invece l’aumento delle offerte ai cittadini da parte dei privati. In politica estera è agli antipodi dell’isolazionismo. Huntsman spesso ama dire: “Il modo è migliore se a guidarlo è l’America”. Il motto della sua campagna elettorale è questo: “Sii protagonista della soluzione”.

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