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La Juve continua a vincere Napoli battuto dalla Roma E l'Inter ringrazia Ranocchia

Pepe dopo soli 3’, poi tanti errori. Ci pensano Buffon e Quagliarella con il 1° gol dopo l’infortunio. Il Napoli fa harakiri e perde in casa con la Roma. L'Inter soffre ma vince a Cesena grazie a Ranocchia. L'Udinese sventa gli agguati di Klose. Al Catania il derby con il Palermo

La Juve continua a vincere Napoli battuto dalla Roma E l'Inter ringrazia Ranocchia

Un gol per tempo. E tre punti alla fine. La Juventus fa quel che deve, pur in una giornata meno sfolgorante del solito. Novara battuto 2-0, quinto gol di Pepe in campionato e prima gioia anche per Quagliarella. Quello che ci voleva, insomma, per mantenere la testa della classifica e aggiungere un altro tassello al puzzle di una squadra che giornata dopo giornata si convince sempre più di poter arrivare fino in fondo nelle vesti di protagonista.
A una settimana dal Natale, la bella notizia di casa Juve è che, dopo avere scoperto e promosso Estigarribia e Giaccherini, all’appello ha finalmente risposto «ci sono» anche Quagliarella, tornato al gol un anno dopo l’ultimo e infiniti problemi nel lasciarsi alle spalle il crac al ginocchio destro. Per la serie: se fino a un mese fa gli uomini su cui Conte aveva piena fiducia erano dodici-tredici, adesso sono quindici-sedici e non pare cosa da poco visto che con il passare del tempo le forze fresche serviranno sempre più. La Juve insomma cresce e non regala cali di tensione a nessuno: il Novara ha fatto quello che ha potuto, pagando dazio a un inizio con le gambe molli e permettendo a Pepe di buttarla dentro dopo una manciata di minuti. A quel punto si sarebbe anche potuto assistere a una goleada: invece Ujkani faceva il suo dovere, Del Piero sbagliava un paio di gol apparentemente facili così come Giaccherini e, quando Buffon diceva no a Rubino a metà ripresa, non restava che aspettare il raddoppio. Arrivato quello, via in scioltezza verso la conferma del primato: pubblico in festa, i soliti coretti contro l’Inter e la testa già rivolta a Udine, dove mercoledì ci sarà un altro esame mica male.

Che la Juve sia da scudetto non lo si doveva capire certo ieri contro una squadra che ha sempre subito almeno un gol a partita: però avere messo il pilota automatico anche senza quattro titolari (Bonucci, Vidal, Vucinic e Matri) è davvero un bel segnale. «L’importante è che, anche cambiando gli interpreti, i risultati arrivino comunque - ha ammesso Conte -. Peccato solo che, avendo creato tanto, si siano segnati solo due gol attentando così alla vita dell’allenatore. Scherzi a parte, siamo soddisfatti. Quagliarella sul mercato? Non scherziamo: ci abbiamo messo cinque mesi a recuperarlo come si deve e adesso lo lasciamo partire? Mica mi chiamo Giocondo. Una società intelligente deve rinforzarsi, non indebolirsi». E se Del Piero non ha segnato, «mi spiace per lui perché so quanto ci tiene: arriverà più avanti e comunque l’interesse primario è sempre per la squadra». «Per quel che mi riguarda, le chiacchiere stanno a zero - chiude Quagliarella -. Non vedevo l’ora di segnare e di tornare a provare certe emozioni ormai sbiadite».

Emozioni: si vive per quelle, in effetti.

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