La Juve «patteggia»: dateci almeno la serie B
6 Luglio 2006 - 00:00Gabetti (Ifil) non esclude possibili ricorsi al Tar: «Ci tuteleremo»
Francesco Rizzo
Giudici di gara domenica dopo domenica, chiamati a difendersi davanti ai giudici per un mercoledì. Quella di ieri è stata anche la giornata degli arbitri e dei loro legali dopo la stangata del procuratore federale Stefano Palazzi. Pesantissima anche per gli otto fischietti interessati che, davanti a Cesare Ruperto e ai microfoni, scelgono linee differenti. Cè chi attacca, chi allarga le braccia avvilito e sconcertato, chi spera che le qualità dimostrate sul campo valgano come salvacondotto verso una punizione meno severa. «Sono stati calpestati i diritti delluomo», attacca alluscita dallOlimpico Massimo De Santis, uomo-chiave, secondo laccusa, del sistema arbitrale corrotto: per lui Palazzi ha chiesto 5mila euro di multa per ogni illecito, oltre a inibizione (cinque anni) e radiazione. Ma larbitro di Tivoli pone laccento, come altri protagonisti della vicenda, sui tempi del processo. «Più che un processo sommario cè la volontà di arrivare in fretta a una conclusione. Non cè data possibilità di difenderci ed è la prima volta che vedo una cosa del genere. Le richieste di pena vengono fatte prima di ascoltare gli inquisiti: non si vede neanche nei film. Nemmeno la Figc si è presa la briga di visionare le immagini delle partite. Confidiamo nellesperienza di Ruperto». De Santis ha comunque annunciato che ricorrerà a Tar e Consiglio di Stato e ha poi guardato oltre la propria posizione, dicendosi «deluso» per il modo in cui viene «stroncata» la carriera di giovani arbitri, a suo dire innocenti, come Tagliavento e Rocchi e augurandosi che ci sia un «futuro nel calcio, perché Juve, Milan, Lazio e Fiorentina non meritano questo trattamento». Dai pugni in tasca di De Santis allamarezza perplessa di Domenico Messina. «Non ho arbitrato la Juve per cinque anni e mi si dice che faccio parte del sistema. È paradossale, non so di cosa mi devo discolpare. Non ho mai avuto colloqui con il presidente della Lazio Lotito né con Mazzini. Dovrei far parte di un sistema perché ho arbitrato una partita (Lazio-Parma, ndr) di cui parlano due persone che non conosco, se non per incontri istituzionali». Per Gianluca Paparesta laccusa ha chiesto il provvedimento più lieve, un anno di inibizione. Il suo legale, Aurelio Gironda, ha domandato al procuratore federale quale sia loggetto della contestazione. «Non cè stato sequestro di persona», ha detto Gironda riferendosi al dopo Reggina-Juve. Il legale ha chiesto solo la censura perché non cè stato comportamento sleale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.