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La Juventus prepara l’assalto a Cassano

La Roma potrà scegliere tra Miccoli, Appiah e Mutu. Il dirigente: «In tivù ci hanno visto in dieci miliardi, ecco perché solo di diritti televisivi incassiamo cento milioni»

Alessandro Parini

da Torino

Coperti e allineati. Anche al sole della Sardegna. La Juve non si smentisce mai. Agisce, certo, ma non si fa vedere. Lavora nell’ombra. Trama. Fatica. Tesse accordi con l’uno e con l’altro. Insegue Cassano e magari lo prende anche. Ma mica si accontenta. Perché Capello non è il tipo. Quest’anno ha fatto i miracoli, a un certo punto si è anche inventato Pessotto centrale di centrocampo, nel momento in cui Blasi era andato giù di forma e Appiah non lo aveva ancora convinto. Non dovrà più accadere: «Cerchiamo gente che ci faccia fare un altro salto di qualità - ha subito detto Capello -. Non serve molto. E abbiamo le idee chiare».
Su questo, non c’erano dubbi. Muovendosi con grazia e spostando le giuste leve, Moggi ha già portato a casa a parametro zero Giannichedda (dalla Lazio) e Kovac (dal Bayern Monaco). Più Mutu, certo. Arrivato a gennaio, con sul groppone la squalifica per doping e, comunque, tornato giocatore proprio nell’ultima giornata di campionato: negli annali, risulterà anche lui come vincitore dello scudetto numero 28. Poi, è ovvio che non basti e così la Juve va su Cassano. L’affare si farà: non resta che attendere il momento giusto. Nel frattempo, visto che Alessandro Moggi si è avvicinato a Roma e alla Roma, sotto il Cupolone sono sbarcati - guarda caso a parametro zero - giocatori che piacevano anche alla Juve: Taddei, Kuffour e Nonda. Tre indizi, mica pochi. Per chiudere, serve ancora un piccolo sforzo: qualche milione di euro, più un altro giocatore. Chi? Miccoli. Oppure Appiah. O lo stesso Mutu. A seconda di chi arriverà, cambierà anche il conguaglio.
Da Villasimius, dove è impegnato in un workshop con i 48 sponsor juventini, Antonio Giraudo ha detto la sua: «Cassano è un campionissimo, un ragazzo di grande prospettiva. Ma in questo momento l’attacco è molto ben coperto. Se però ci fosse la possibilità di fare un colpo che possa rinforzare la squadra, sicuramente non ci tireremmo indietro». Messaggio lanciato. Una quindicina di giorni fa, risposta fotocopia a chi gli aveva chiesto lumi circa la possibilità che Samuel vestisse il bianconero. La massima è: «Se Capello chiede, proviamo ad accontentarlo». Tenendo d’occhio il bilancio, ovvio. Perché da quello la Juve non prescinde. Intanto, i tifosi crescono e gli sponsor gongolano. C’è il silenzio stampa? «I nostri partner ci sono stati ugualmente vicini - ha detto Giraudo -. Anzi, ci hanno spinto ad andare avanti». Contenti loro, contenti tutti: anche perché poi è arrivato lo scudetto. E ai tifosi pare interessi poco sentire parlare Del Piero & Co.: «Il numero di chi ci segue nel mondo è ancora aumentato, siamo vicini ai 150 milioni. A un passo dal Manchester United, con l’obiettivo di raggiungere anche il Real Madrid». Sempre più in alto, insomma.
E certi numeri fanno spavento: è stato calcolato che quest’anno oltre dieci miliardi di spettatori abbiano visto le 154 partite della Juve in tivù. E che in Italia siano quattordici i milioni di affezionati. Erano 11 solo quattro anni fa. E gli incassi. Sempre Giraudo: «I nostri ricavi commerciali ammontano a 50 milioni di euro, il 23% del fatturato, mentre le apparizioni in tivù hanno avuto valore più che doppio: 100 milioni». Con le spalle così coperte, è anche logico che la Signora punti a Cassano e veda il futuro più che roseo con tournée in Cina ad agosto: due amichevoli, 5 milioni in cassa..
E Moggi continua a fare quello per cui è considerato maestro: trovare giocatori bravi, possibilmente a basso costo. E siccome la Roma pare essere diventato il supermercato della ditta, non si accontenterà: Mancini, brasiliano con il vizietto del gol, apprezzerà presto la bellezza del Po e darà ogni tanto il cambio a Camoranesi.

Un brasiliano e un argentino sulla destra: sai che ritmo.

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