Medicina

L’attività fisica per gli anziani è uno strumento di benessere

Gianni Mozzo

L’attività fisica rappresenta per gli anziani un vero e proprio strumento di benessere. Questo concetto diventa fondamentale in una società che invecchia velocemente, come quella italiana, che secondo l’Istat ha un’altissima percentuale di anziani: un cittadino su cinque, infatti, ha più di 65 anni.
Un’indagine condotta dal Censis è arrivata alla conclusione che solo quindici anziani su cento dedicano il proprio tempo libero all’attività fisica, abbassando così il rischio di ammalarsi. Gli altri - quelli che si muovono pochissimo o non si muovono affatto - evidentemente non sanno che la loro inerzia moltiplica i rischi di infarto, ictus, diabete del tipo 2, ansia, depressione. Dopo il sessantacinquesimo anno di età diminuisce ogni giorno la massa muscolare e questa diminuzione riduce la forza degli arti. Una regolare attività fisica, invece, ritarda questi eventi e «salva» le articolazioni.
Tali concetti sono le colonne portanti del volume L’attività fisica nella terza età, curato da Romolo Saccomani e pubblicato dall’editore Raffaello Cortina. Il libro - presentato nel progetto di impegno sociale «BenAttivi» di Glaxo Smith Kline, che si ripromette di favorire lo svolgimento dell’attività fisica nella terza età, illustrandone tutti i vantaggi, che finiscono per premiare non solo il corpo ma anche la mente.
Il libro si sviluppa in sette capitoli ed è dedicato al medico di Medicina generale che può prescrivere l’attività fisica nei confronti delle persone che hanno superato la soglia dei 65 anni, perché il movimento regolare e condotto in base alle peculiarità psicofisiche dell’individuo rappresenta un elemento chiave per limitare il rischio di varie e spesso gravi malattie. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, l’inattività fisica è una delle dieci principali cause di morte su base planetaria e i costi legati alla carente attività fisica sono elevatissimi per i sistemi sanitari di tutto il mondo.

Il progetto «BenAttivi», due anni fa, è stato inserito nel Piano triennale di due regioni: Veneto e Molise.

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