L’ecologismo da Nobel bocciato dal popolo

Egregio dottor Granzotto, le scrivo in merito al tanto discusso problema del «carburante ecologico» che «affamerebbe milioni di vite». Premetto di non essere un «ecologista verde tinto di rosso e/o viceversa» ma di essere soltanto un cittadino che si informa, legge e si documenta cercando di farsi una propria opinione. È con piacere che informo lei e i suoi lettori che, grazie a una mente illuminata italiana, ora si è in grado di ottenere carburante ecologico dalle biomasse a basso costo e senza usare il chicco di mais o grano che sia, utilizzando cioè soltanto gli scarti di lavorazione e oltretutto senza ricorrere a passaggi chimici e quindi inquinanti. Faccia lei i conti... Lo scienziato in questione, ripeto, è italiano e come al solito è stato snobbato proprio dall'Italia visto che grandi società Usa e indiane si stanno appropriando della scoperta. Alla luce di queste notizie, che spero vorrà approfondire, penso sia ora ormai di finirla con questo «terrorismo psicologico» generato da chissà quali interessi, nascosti e no.
Antonio Del Plato

Ma cos'è, la catena di Sant'Antonio? Con una simultanea raffica di e-mail lei, caro Del Plato, assieme a Fiorana Giannetti, Loredana Sciunzi, Linda Annicchiarico, Paolo Matrella, Raffaella Morichini, Marco Bettin, Pierluigi Montanari, D. Deubel, Isabella Jorno, Anna Maria Rotunno, Andrea Brundo, Concettina Candia. Letizia Dambrosio, Rita Salzano, Zaira Narolda, Alessandra Morelli, Pino Canto, Maria Rita Vanni, Ivana Giacomelli, Luigi Liporace, Angela Uccia, Simone Zenofocchio, Barbara Peonia, Roberta Nardi, Domenico Ciriaco, Silvia Sensori, Eugenio Arlia, Maurilio Marzioni, Marcello Granati, Francesca Lucani, Marcella Formino, Grado Zannettin e tre non meglio identificati Domenico, Roberto M. e Luca tenete a segnalarmi (qualcuno con le buone, altri con le cattive) l'esistenza della benemerita «mente illuminata italiana» che la patria snobba. Mente illuminata la cui identità, questo è davvero bizzarro, tutti voi tacete. Vi metto in guardia: ora non mi alluvionate di messaggi col nome, cognome, curriculum vitae e benemerenze della misteriosa mente illuminata perché sarebbe fatica sprecata. Tempo scaduto.
Ho altro da fare, io, che stare appresso alle menti illuminate. Se poi è vero che della mirabolante scoperta se ne stanno appropriando Stati Uniti e India, che volete da me? Nel mercato globale e con riferimento a un problema planetario (salvarlo, il pianeta, dall'uomo cattivo che lo sta facendo arrosto), che importanza ha che l'Italia se la sia fatta soffiare? Resta il fatto in-con-tro-ver-ti-bi-le che per soddisfare l'ultima mattana ecologista - produrre una quantità di biodiesel o metanolo in grado di sostituire nei serbatoi il carburante di origine fossile, ovvero benzina e gasolio - gran parte di cereali e oleaginose per l'alimentazione umana e animale (animali che poi diventano fonte di alimento umano) finirà in raffineria. Punto. Potremmo discuterne nei dettagli, ma oggi proprio no. È appena giunta la notizia che Rigoberta Menchù è stata sonoramente trombata nelle elezioni in Guatemala, dov'era candidata per la sinistra. Pertanto, devo festeggiare un verdetto popolare - vox populi, vox Dei - che irride quella buffonata del Nobel politicamente corretto, archivia le ambizioni della Menchù di porsi quale santona del pacifismo e della cultura multitribale e spernacchia, con rispetto parlando, l'unica colonia menchuista che si conosca.

Quella italiana, va da sé, rappresentata dal ceto medio riflessivo panchopardiano, dai seguaci del gemebondismo veltroniano e dai gagà dello Slow Food.

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