L’INTERVISTA GIULIO GIORELLO

Giulio Giorello è filosofo, matematico e appassionato di scienza e tecnologia. Ha insegnato materie scientifiche (Meccanica razionale, Scienze naturali) e letterarie (Filosofia della Scienza) in facoltà tipicamente «maschili», come Ingegneria, e in altre tipicamente «femminili», come Lettere e Filosofia.
Professor Giorello, davvero la scienza e la tecnologia non sono più solo «giochi da ragazzi»?
«Le racconto un aneddoto: quando insegnavo geometria alla Facoltà di Ingegneria di Pavia non c'erano molte studentesse a seguire il corso, ma erano tutte piuttosto brave.
La migliore del corso? Una suora! E vorrei ricordare che una delle menti matematiche più brillanti in Italia è Maria Luisa Dalla Chiara, esperta di logica quantistica».
Dunque?
«Questi esempi dimostrano che non esistono saperi strettamente legati al genere e che le differenze tra la capacità di apprendimento tra uomini e donne sono solo pregiudizi. È, in fondo, una forma di razzismo. John Stuart Mill e Harriet Taylor, marito e moglie, sulla mancata emancipazione della donna dicevano: la radice della diversità che si trasforma in discriminazione non consiste in una differenza biologica, ma in un pregiudizio culturale. Sono filosofi ottocenteschi, Mill e la Taylor, ma direi attuali».
Si riferisce agli stereotipi secondo cui le donne sono imbranate a far di conto e a usare il computer?
«Non solo: il fatto che le ragazze si precludano un'educazione scientifica spesso va ricondotto a pregiudizi in seno alla famiglia e anche alla scuola. In passato la presenza femminile nelle alte sfere matematiche era notevole, ma molte esponenti dovevano firmarsi da uomo per essere ritenute attendibili. Oggi per fortuna ci sono politecnici, come quello di Milano, orgogliosi del numero di studentesse laureate ogni anno a pieni voti».


Sono giovani ingegneri e informatiche desiderose di diventare «tecno-visionarie» per usare e innovare la tecnologia, che è ben altra cosa dall'essere «tecno-dipendenti», schiave del Blackberry ventiquattr'ore al giorno.

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