L’Italia porta l’Alta velocità in India

Intesa tra Anas e l’Ente autostrade per l’istituzione dei pedaggi

Paolo Stefanato

nostro inviato a New Delhi

L’Italia è pronta a collaborare con l’India per contribuire all’ammodernamento di un Paese in rapido sviluppo economico, ma fortemente arretrato nella sua dotazione infrastrutturale e nelle reti di trasporti. Una missione ufficiale guidata dal ministro Pietro Lunardi, cui ha partecipato una delegazione della Confindustria, ha gettato le basi per avviare una collaborazione in ambiti cui l’India è fortemente interessata, soprattutto con il trasferimento di esperienza e tecnologie.
Il presupposto risiede nel fatto che il governo indiano sembra finalmente disporre dei mezzi e degli strumenti, finanziari e politici, necessari a recuperare i ritardi accumulati, e ha avviato un ambizioso programma di adeguamento della rete viaria, delle ferrovie, di porti e aeroporti.
Secondo le stime, nei prossimi cinque anni saranno necessari almeno 150 miliardi di dollari di investimenti diretti dall’estero per far fronte allo sviluppo di programmi essenziali. Tra l’altro, 22 miliardi dovrebbero essere spesi per l’ammodernamento del settore marittimo, un miliardo per gli aeroporti. L’India (Paese con una popolazione stimata in 1,3 miliardi di abitanti, con un pil di 756mila miliardi di dollari, una crescita del 7 per cento all’anno, un dollaro di costo orario della mano d’opera) intende sostenere anche così il suo obiettivo di raddoppiare entro cinque anni la propria quota di esportazioni, raggiungendo la soglia dei 200 miliardi di dollari. L’Italia, detto per inciso, con l’India ha una bilancia commerciale negativa (esporta per 1,2 miliardi di euro e importa per 2 miliardi).
La missione guidata da Lunardi - come ha riferito ieri lo stesso ministro durante una conferenza stampa - ha avuto esiti positivi, con la firma di alcuni accordi bilaterali. In particolare, l’Anas ha raggiunto una prima intesa con l’Ente nazionale delle autostrade interessato al sistema normativo relativo alle concessioni e all’istituzione dei pedaggi (entrambi oggi inesistenti in India), ma anche a costruzione, gestione e manutenzione delle strade.
Nel settore marittimo, l’autorità indiana ha chiesto di sottoscrivere entro due mesi un accordo con Assoporti per acquisire il modello funzionale e gestionale dei porti italiani.
Nel settore delle ferrovie sono stati istituiti tavoli tecnici bilaterali per l’esportazione dell’esperienza italiana nell’alta velocità e nel progetto di riqualificazione delle stazioni. Le ferrovie indiane sono il più grande datore di lavoro del mondo (1,5 milioni di dipendenti), con la rete più estesa (67mila chilometri), e offrono un servizio di trasporto suddiviso in 5 classi. Già oggi un’azienda come Ansaldo Signal (gruppo Finmeccanica), presente in India dal 1996, fornisce sistemi di segnalamento e di sicurezza.


Nel settore aeronautico, Enac ed Enav hanno creato i presupposti per lo sviluppo di nuovi collegamenti con l’Italia (oggi le frequenze settimanali sono 14) e per la fornitura di know-how nei campi, anche qui, della sicurezza e della gestione dell’attività aeroportuale. Le autorità indiane hanno appena bandito una gara per 40 sistemi di gestione del volo (per una cifra complessiva di circa 30 milioni di euro).

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