L’uomo del Toti: «Porterò il museo anche in Corea»

Nella storia cittadina è ricordato come «il presidente del Toti», per aver collocato lo squalo d’acciaio negli spazi del Museo della Scienza e della Tecnologia «Leonardo da Vinci», di cui è presidente dal 2005. Cinquantasette anni, laureato alla Bocconi, imprenditore nel settore dell’arredo per ufficio, presidente di Fieramilano e Ambrogino d’Oro, ma l’elenco non sarebbe finito, Michele Perini espone il consuntivo del suo mandato alla guida del Museo di via San Vittore, il cui rinnovo o meno sarà affidato al Consiglio d’amministrazione della Fondazione il prossimo 3 luglio.
Presidente, quali sono i principali risultati raggiunti in questo quinquennio dal museo più visitato di Milano e della Lombardia?
«Cito qualche dato significativo: dai 280.000 visitatori del 2004 siamo passati ai 380.000 del 2006, cui ha sicuramente contribuito l’“effetto Toti”, e la proiezione per il 2009 è di 400.000. In termini economici, i risultati gestionali sono triplicati, passando dai 4,3 milioni di euro del 2000 ai 12,2 milioni del 2008».
E dal punto di vista prettamente museale?
«Per tenere vivo il museo non potevamo rinunciare a migliorare la comprensione della materia scientifica. Da qui l’ampliamento della interattività con i laboratori, fra cui chimica e materie plastiche, ma anche le nuove aree di telegrafia e telecomunicazioni, la promozione dell'aviazione, il restauro della “Tenda rossa” di Nobile, il restauro di oltre 6.000 metri quadri e il rinnovamento di ben 12.500 mq. sui 40.000 esistenti, la messa in sicurezza di migliaia di vetrine, la climatizzazione dell’intero museo e la stima patrimoniale dei depositi, per citare solo alcuni obbiettivi raggiunti».
Insomma risultati non da poco...
«Ma guardi, tutto questo è stato possibile grazie ad un direttore come Fiorenzo Galli e ad un team di collaboratori e dipendenti estremamente affiatato e motivato».
Sappiamo anche che il Museo della Scienza non ha una presenza unicamente milanese.
«Infatti. Trentacinque modelli storici e un laboratorio interattivo saranno dal 15 settembre a Incheon, Sud Corea, per una mostra itinerante con la quale si prevede un afflusso di circa 7 milioni di visitatori, mentre nel 2010 la vetrina sarà l’Expo di Shanghai, in Cina, al padiglione Italia. Ma, volendo guardare più vicino, il museo sarà al G8 dell’Aquila, fra le eccellenze italiane, con tre modelli storici di macchine di Leonardo e relativa animazione tridimensionale».
Se dovesse essere rieletto presidente, quali progetti metterebbe in cantiere?
«Alcuni sono già parzialmente avviati. Comunque dedicherei le mie energie per un ingresso in via Olona, più comodo per le scolaresche, con area di accoglienza e servizi. C’è poi da “conquistare” nuovi target di visitatori: la famiglia unita, ad esempio, riservando ad essa ticket scontati, apposite guide e laboratori interattivi per i più piccini. Altro target sono i professionisti e gli imprenditori. Essi possono invitare al museo clienti e fornitori, creando eventi o tenendo convegni che, attualmente, sono circa 250 l’anno. Infine ma non ultimo, il turismo d’affari. È un piano di marketing territoriale che stiamo realizzando in stretta collaborazione con l’assessore Orsatti e Fieramilano.

In sostanza, l’uomo d’affari che raggiunge Milano non deve vivere la nostra città unicamente come opportunità di business, ma deve essere fruitore dei beni culturali, artistici e scientifici in cui Milano gode considerevoli primati».

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