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L'Adsp si mette in pole per accelerare il rilancio di Genova

L'Autorità di sistema portuale del mar Ligure Occidentale incrementa gli investimenti

Marco Fasciani

Riprendere il discorso interrotto con il crollo del Ponte Morandi, essere parte della ricostruzione di Genova. È questa la mission che si è data l'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale (Adsp), guidata dal presidente Paolo Emilio Signorini. L'obiettivo è accelerare ed incrementare il proprio programma di investimenti in tempi brevi. Un programma che risponde ad una esigenza di livello internazionale: potenziare infrastrutture strategiche per sostenere i flussi commerciali dell'industria del Nord Italia.

Il decreto Genova post-crollo del Ponte e la legge di Bilancio 2019 hanno previsto oltre un miliardo di investimenti per migliorare l'accessibilità del capoluogo ligure, l'integrazione città-porto e i collegamenti intermodali con l'Aeroporto Cristoforo Colombo. Per quanto riguarda l'ambito dell'Adsp il fabbisogno complessivo è di 612 milioni di euro relativi a diversi interventi.

In particolare, sono necessari 215 milioni di euro per l'ampliamento del cantiere di Sestri Ponente di Fincantieri (il cosiddetto «ribaltamento a mare») che darebbe l'opportunità di costruire navi da oltre 170mila tonnellate in un bacino di 400 metri, prevedendo lo spostamento a monte della ferrovia e la ricostruzione delle officine di prefabbricazione, rendendole tecnologicamente ancora più avanzate. La road map definita prevede l'operatività per il secondo semestre 2024, in linea con i piani industriali presentati da Fincantieri. La prima fase di realizzazione della nuova diga foranea del Porto di Genova ha un costo di 300 milioni di euro su un totale di investimenti previsti di 800 milioni cui si aggiungono 160 milioni per la realizzazione dell'ultimo miglio stradale e ferroviario.

Tra gli interventi per l'integrazione porto-città spicca la ristrutturazione dell'edificio «Hennebique», un ex silos granaio in stato di abbandono a fianco alla Stazione Marittima che prevede una procedura di partenariato pubblico-privato per la trasformazione di un immobile architettonicamente pregiato, che sarà utilizzato per terziario, commercio, accoglienza alberghiera, musei (100 milioni di investimento di cui 90 milioni a carico dei privati). Seguono il Waterfront di Levante (10 milioni) con la riorganizzazione della viabilità fra le aree urbane e industriali. È inoltre prevista la realizzazione di una fascia di parco «urbano» sulla sponda sud del canale di Prà (15 milioni di cui 7 milioni a carico di Adsp) con il duplice obiettivo di creare una ulteriore zona filtro tra aree portuali e cittadine e di integrare le attività produttive nel contesto urbano. È infine prevista la ridislocazione dei Depositi costieri di Carmagnani/Superba per 20 milioni.

«Oggi il Porto di Genova è il sesto gateway europeo e il primo nel Mediterraneo», ha rimarcato il presidente Adsp Paolo Emilio Signorini ricordando che il dato è importante «non solo per la valenza che può svolgere in termini di riequilibrio dei flussi commerciali via mare tra Europa e resto del mondo, ma anche in termini di ricadute economiche, sociali e produttive sul territorio locale e nazionale». Gli effetti economici sia diretti che indotti, ricorda Signorini, «sono stati quantificati nel 2016 in un valore aggiunto di circa 10 miliardi di euro su tutto il territorio nazionale per oltre 120mila posti di lavoro, di cui 54mila sul territorio ligure».

Genova non ha bisogno di «risorgere», ma di rilanciarsi.

L'Autorità di sistema vede nel mare (turismo, industria e commercio) il fulcro di questo processo di infrastrutturazione che restituirà il capoluogo ligure ai suoi antichi fasti.

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