Il vero nome del navigatore che scoprì l'America? Pedro Scotto, un genovese sì, ma di origini  scozzesi...
Forse solo attorno a Omero e William Shakespeare, fra gli "spiriti magni" dell'umanità, si è  spettegolato così tanto come su Cristoforo Colombo. Del grande navigatore si è detto di tutto:  che raggiunse l'America già nel 1485 in una missione segreta finanziata da Innocenzo VIII e  Lorenzo de' Medici usando misteriose carte geografiche in possesso della Santa Sede; che fosse  addirittura figlio illegittimo dello stesso Innocenzo VIII; che fosse un frate laico  francescano; o un israelita che cercava nelle Indie una patria per gli ebrei iberici minacciati  di espulsione (lo sostenne Simon Wiesenthal, il «cacciatore di nazisti»); che fosse legato ai  templari dei quali sfruttò le segrete conoscenze scientifiche e astronomiche; che per giungere  in America usò una mappa rubata dal fratello Bartolomeo in Portogallo dall'Archivio segreto del  regno. E soprattutto, si è detto che non fosse affatto figlio del genovese Domenico e di sua  moglie Susanna Fontanarossa, genovese, e di umili origini, ma: provenzale, corso, galiziano,  portoghese, greco, tedesco, piemontese, o figlio di un principe spagnolo (lo sostiene lo storico  Manuel Rubio Borras, direttore della Biblioteca Universitaria di Barcellona negli anni  Trenta)...
Oggi arriva l'«ultima» novità sul "caso Colombo": l'Ammiraglio del Mare Oceano in realtà di  chiamava Pedro Scotto e apparteneva a una famiglia di maggiore prestigio sociale rispetto a  quanto finora si è creduto. È la tesi sostenuta dal biografo spagnolo dello scopritore  dell'America, lo storico Alfonso Ensenat de Villalonga, nel suo nuovo libro «Cristobal Colon. Origini, formazione e primi viaggi» (Edizioni Polifemo), in questi giorni più volte citato dai  giornali iberici. Nel volume lo storico riordina sistematicamente i risultati delle ricerche  contenuti nelle sue precedenti opere «La vida de Cristoforo Colonne: una biografia documentata»  e «Cristobal Colon historico: de corsario genoves a almirante de las Yndias» e sostiene che il  navigatore appartenesse a una famiglia di commercianti, del lignaggio degli Scotto, discendenti  dai Douglas di Scozia e associati all'albergo Colonne, che era un albergo genovese da cui lo  scopritore delle Americhe avrebbe derivato il cognome.
E, altra tesi sostenuta dallo storico, l'ammiraglio non fu battezzato come Cristoforo, bensì  come Pedro. Per di più, afferma lo storico, «i suoi coetanei lo descrivono con gli occhi chiari,  le lentiggini e i capelli biondi, che divennero presto bianchi». Nulla a che vedere, dunque, con  l'iconografia tradizionale che, secondo Ensenat de Villalonga, «era completamente inventata».
Lo storico afferma di aver raccolto questi dati mettendo a confronto testimonianze di suoi  contemporanei, documenti degli archivi genovesi e delle biblioteche e delle accademie di storia  spagnole.
L'America? La scoprì il genovese Scotto...
Nuova ipotesi sulla vera identità di Cristoforo Colombo: il grande navigatore in realtà aveva origini scozzesi e non era di famiglia umile. Aveva occhi chiari, le lentiggini e i capelli biondi. Lo afferma lo storico spagnolo Alfonso de Villalonga
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