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L'ansia del capo della polizia di Ness: "Devo proteggere il mostro dai cacciatori"

Nel 1938 il responsabile della sicurezza della contea, dimostrando così di credere ciecamente alla sua esistenza, scrisse al sottosegretario di Stato Scozzese per esprimere i suoi timori sulla sorte di Nessie. «Troppe ricerche, troppa attenzione nei suoi confronti, ho paura che qualcuno lo possa uccidere»

Che esista o meno per l'economia scozzese, e in particolare dell'Inverness-shire, contea in cui si trova il lago di Ness, il «mostro» resta un forte richiamo turistico. In un angolo meraviglioso della Scozia Occidentale si trova infatti una deliziosa vallata attraversata da uno specchio d'acqua lungo e stretto, «loch» in gaelico, dove vivrebbe Nessie. Alla cui esistenza hanno sempre creduto ciecamente moltissimi scozzesi, anche importanti funzionari statali tra cui William Fraser, capo della polizia della contea negli anni '30.
Il dirigente ne 1938 scrive infatti al sottosegretario di Stato scozzese, affermando di essere convinto dell'esistenza del mitologico mostro. Fraser aggiunge inoltre di essere «preoccupato per la creatura» in quegli anni preda molto ambita dai cacciatori aggiungendo di «temere» che la polizia «non riesca a proteggerla».
Il mito del mostro di Loch Ness nasce nel VI secolo quando San Columba (521-597), monaco missionario gaelico, disse di aver incontrato la «misteriosa creatura» negli abissi del lago scozzese, una specie di fiordo di 56 chilometri quadrati, lungo 39 e profondo fino a 230 metri, e di averlo scacciato con le preghiere. Il monaco nella sua «Vita Sancti Columbae» descrive persino il funerale di un abitante delle coste del lago ucciso da una «selvaggia bestia marina».
Diversi avvistamenti sono stati segnalati nel corso dei secoli, ma a partire dal 1930 si è verificato un vero e proprio «boom del mostro», con una serie di foto sgranate di «Nessie», così è affettuosamente soprannominata, poiché per tutti è una femmina, pubblicate in diversi quotidiani, e definite negli anni «prove inconfutabili» della sua esistenza. Nel 1933, al segretario di Stato scozzese fu ordinato di «confermare o smentire la presenza di un mostro o serpente marino nel lago di Loch Ness». Nonostante altri documenti confermino che molti ministri e funzionari statali scozzesi fosse scettici riguardo l'esistenza della bestia, questa nuova scoperta mostra che il capo della polizia dell'Inverness-shire, era sicuro che il mostro esistesse, e che si preoccupava inoltre del suo benessere: «Questi cacciatori sono determinati a prendere la creatura viva o morta, e sarei grato di qualsiasi suo consiglio o suggerimento su come gestire la situazione».
La creatura ovviamente non fu catturata, né viva né morta, alimentandone la leggenda. Gli ultimi avvistamenti risalgono al 26 maggio 2007 quando Gordon Holmes, un tecnico di laboratorio, filmò una sagoma nuotare nel lago, e a fine agosto 2009, quando la creatura fu fotografata da Jason Cooke, guardia di sicurezza. Da allora molto ipotesi ma poche prove. Tanto che la maggior parte degli zoologi pensa che il «mostro» esista solo in fondo alle bottiglie di ottimo whiskey, liquore prodotto, e bevuto, in gran quantità in Scozia. Sia perché nessun avvistamento o ritrovamento di tracce, resti animali, è stato mai scientificamente provato. Sia perché la piramide alimentare del piccolo lago di Ness non potrebbe sostenere la vita di una famiglia di predatori delle dimensioni del presunto mostro. A loro, i fan di Nessie replicano che potrebbe esserci un canale segreto, tanto segreto da non essere mai stato individuato, collegato al Mare del Nord. Teoria che spiegherebbe anche l'assenza di ossa e altri resti sul fondale del lago. Altri sostengano che l'alimentazione del mostro sia piuttosto varia ed esso sia in grado di spostarsi e cacciare anche sulla terra ferma. Dal 1956 in più occasione il fondo del lago venne «ecoscandagliato» rilevando in tutto tre grandi masse in movimento: banchi di pesci per gli scettici, parenti di Nessie per i loro avversari. Negli anni '90 il lago è stato anche dragato ma di Nessie nessuna traccia.
Nonostante le paure di William Fraser però, la creatura Nessie, o solo la sua leggenda, è sopravvissuta ai suoi cacciatori, anzi ha alimentato una fiorente economia legata al turismo. Si può ben dire che sulle spalle del «mostro» l'intera contea viva piuttosto bene, considerando i numerosi ristoranti, alberghi, negozi di souvenir, battelli per avventurose traversate che richiamano ogni anno decine di migliaia di curiosi. Tutti attirati dalla speranza di vedere la misteriosa e spaventosa creatura.

Accontentandosi alla fine del brivido che procura la sola idea di solcare le gelide acque color acciaio del «loch» più famoso al mondo.

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