Viaggi

L'arte della natura potente e selvaggia nei parchi dello Utah

Una terra aspra e dura dove in milioni di anni l'acqua e il vento hanno creato paesaggi straordinari con canyon profondi

Luca Pollini

Lo sguardo non riesce a fermarsi in un punto preciso, tanto è meraviglioso lo spettacolo che si presenta. È lo scenario che si gode a Sud dello Utah, dove la natura selvaggia e incontaminata è ancora la protagonista incontrastata di un territorio fatto di montagne, altipiani e deserti arricchiti da sculture di roccia arenaria forgiate dalle piogge, dal vento e dello scorrere delle acque dei fiumi nel corso di milioni di anni. Visitare la regione meridionale di questo stato nel Midwest degli Stati Uniti, significa addentrarsi in terre dove non è del tutto sopito lo spirito pionieristico del vecchio West, dove si vive all'aria aperta più tempo che si può all'insegna del motto «Life Elevated». A proteggere questo paesaggio straordinario sono cinque parchi nazionali che ogni anno attirano oltre 5 milioni di visitatori. Visitarli è un'esperienza unica, emozionante perché ci si rende conto della potenza della natura. Basta una settimana per fare il giro di tutti e cinque.

Da St. George, a pochi chilometri dai confini con Nevada e Arizona, lungo la Route 89 il primo che si incontra è lo Zion National Park, una vasta zona montuosa con cascate, canyon e ripide pareti rocciose riconosciuto Monumento Nazionale nel 1909. Al suo interno vivono numerose specie di piante (particolarissimi gli abeti rossi) e di animali, tra cui cervi mulo e le pecore delle Montagne Rocciose. Il paesaggio è caratterizzato dai colori delle rocce che variano dal crema al rosa pallido al rosso vivo. Cuore del parco è il canyon di Zion, una gola profonda 800 m e lunga oltre 24 Km. Dal fondovalle ricoperto di boschi. In auto ci si inoltra per una decina di km fino al Tempio di Sinawava, da lì si prosegue su un sentiero fino alle Gole di Zion, una straordinaria forra con pareti alte 30 metri e distanti tra loro dai 12 ai 30. Proseguendo sulla Route 89 si raggiunge Bryce Canyon, dove l'erosione delle rocce ha creato negli anni guglie e pinnacoli che sfumano in tutte le tonalità del rosa e del rosso. Ci sono sentieri da percorrere in auto e a piedi ed è anche attiva una navetta che collega tutti i principali punti di interesse, il servizio è gratuito. Si prosegue verso est fino alla città di Torrey dove si trova uno degli ingressi del Capitol Reef, uno dei parchi meno visitati degli Usa e per questo considerato una vera oasi di pace. Qui le rocce sono molto diverse e basta fare una passeggiata al Cohab Canyon per rendersene conto. Il canyon s'insinua attraverso cupole rotonde e bucherellate come una forma di formaggio: è il sandstone, granelli di sabbia e roccia sedimentati per anni e modellati dagli agenti atmosferici.

Raggiunta l'uscita, si riprende la 70E e si arriva ad Arches, area protetta che conserva oltre duemila archi naturali di arenaria, dove la natura ha creato un paesaggio unico scolpendo centinaia di archi di roccia naturale su un altopiano desertico. Percorrendo lentamente la Scenic Drive si possono ammirare i luoghi più spettacolari di questo parco che, tra gli altri, è stato il set di Indiana Jones e l'ultima crociata. L'arco più grande, onnipresente sui testi specializzati, è il Landscape Arch, che supera i 30 metri e con una campata di oltre 90; il più famoso è invece il Delicate Arch, alto circa 14 metri, da cui fare bellissime foto all'alba o al tramonto. Usciti da Arches s'imbocca la Route 191 per raggiungere Moab dove si trova uno dei due ingressi del Canyonlands National Park. A pochi chilometri dall'ingresso nord-ovest, con una piccola deviazione si raggiunge il Dead Horse Point, belvedere utilizzato in passato dai pionieri come corral, recinto naturale per catturare i cavalli selvatici che popolavano il Colorado Plateau. Qui furono girate le scene finali di Thelma & Louise. Canyonlands è un'immensa distesa inviolata di canyon, fessure e mesas, tavolati sopraelevati dalla cima piatta e dalle pareti lisce e verticali. Il cuore è costituito dalla confluenza, a forma di «y», tra il Green River e il Colorado, uniche tracce d'acqua di questo spettacolare deserto. L'area è suddivisa in tre zone principali; per visitare il selvaggio Maze, un labirinto di canyons, e l'area dei Needles, cime rocciose di colore arancione intercalate da linee bianche, occorrono un paio di giorni. Il giro dei parchi termina lungo la Scenic Byway 163, la strada che collega lo Utah all'Arizona contornata da rosse colline punteggiate e rocce che sembrano sculture, tra le quali la più famosa è Mexican Hat, un grande masso che ricorda un uomo messicano con sombrero e poncho. I Parchi sono aperti tutto l'anno, tranne il giorno di Natale e quello del Ringraziamento. Informazioni su www.fiveutahparks.

com.

Commenti