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L'arte è un tesoro da 68 miliardi La corsa dei fondi

L'Italia ha il maggior patrimonio del Pianeta ma servono sgravi fiscali

Onofrio Lopez

Il valore del mercato dell'arte nel 2018 si è attestato a 67,4 miliardi di dollari (61,2 miliardi di euro), in aumento del 5,8% rispetto al 2017. Il fatturato del comparto è raddoppiato negli ultimi 25 anni e le aspettative per il futuro sono buone. Gli Stati Uniti dominano la scena mondiale con il 44% di quota di mercato, seguiti dal Regno Unito (21%) e dalla Cina (19%). È quanto emerso da un report presentato da Giglio Art nel corso di un convegno organizzato dallo Studio legale Dla Piper.

Il comparto nel 2018 ha generato 375mila nuovi posti di lavoro, raggiungendo a livello mondiale 3 milioni di persone e 310mila imprese operanti nel mercato dell'arte. I segmenti predominanti nelle vendite sono il Post-War & Contemporary, che nel 2018 ha rappresentato il 50% del fatturato globale, seguito dall'arte moderna (29%). Il fatturato delle case d'asta è cresciuto del 30% rispetto al 2016, raggiungendo nel 2018 i 29,1 miliardi di euro. I maggiori mercati di aste d'arte sono Stati Uniti, Cina e Regno Unito, che sommate raggiungono quasi il 90% del totale, con il 61% delle vendite superiori a 1 milione di euro. Le fiere d'arte continuano a crescere: nel 2000 c'erano 55 fiere d'arte internazionali, aumentate a 300 nel 2018.

Il settore degli art fund conta circa 130 fondi, di cui quasi 100 operanti in Cina. I fondi non cinesi sono localizzati in Lussemburgo (8), Cayman (3), Usa, India e Israele (2), Polonia, Russia, Svizzera, Gibilterra, Germania, Guernsey, Scozia, Singapore, Brasile, Malta, Lichtenstein, San Marino ed Emirati Arabi (1)

«L'Italia è il Paese con il maggior patrimonio artistico e culturale al mondo», ha detto Antonio Longo, avvocato Dla Piper, «Anche per questo motivo - ha proseguito - il nostro ordinamento offra una serie di agevolazioni fiscali, tra cui la forfettizzazione del valore delle opere ai fini dell'imposta sulle successioni, le misure di favore per il trasferimento dei beni artistici e culturali a enti del terzo settore e, più di recente, l'Art Bonus». In un simile contesto, ha concluso Longo, «anche il trust può rappresentare uno strumento giuridico efficace per la gestione delle collezioni e in grado di intercettare le facilitazioni fiscali»

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