Controcorrente

Lavare i piatti e fare il bucato Si torna a casa rieducati

C i sono i campi sportivi, quelli artistici, quelli dedicati agli hobby più di moda. E poi ci sono i campi «educativi», quelli in stile scout. Quelli che, al ritorno a casa dei ragazzi, lasciano a bocca aperta le mamme: «Mio figlio è tornato dalle vacanze e da quel giorno sparecchia la tavola e si rifà il letto da solo, prepara perfino la cartella» racconta la madre di un ragazzino di 10 anni. Un esempio? I campi Gulliver. Il villaggio per ragazzi è a Reggetto, un piccolo centro i provincia di Bergamo, ai piedi delle Alpi Orobie. La vacanza dura tassativamente dieci giorni ed è gestita dagli educatori della Azimut onlus. La spesa non supera i 650 euro.

Dopo tre giorni di campo, gli ospiti ricevono un moschettone e partecipano a una cerimonia durante la quale dichiarano solennemente di accettare le regole di convivenza imparate dagli educatori. Da quel momento si prendono la responsabilità di gestire in prima persona la piccola comunità. Partecipano a escursioni, di notte guardano le stelle e imparano qualche nozione di astronomia, costruiscono rifugi e imparano ad accendere il fuoco. A ogni ragazzo viene chiesto di portarsi un piatto da casa: lo userà ogni giorno in mensa e lo laverà da solo. Così come farà con i propri vestiti in un bucato collettivo.

Il metodo educativo funziona. Tanto che i ragazzi, già dal secondo giorno, non sentono nemmeno più l'esigenza di usare il cellulare e dimenticano messaggini e social network. «Durante il campo - racconta il direttore Sergio Cogo - insegniamo la bellezza dell'essenzialità e delle cose semplici. Non abbiamo tv, non abbiamo bar né discoteca ma la sera passeggiamo nei boschi e cantiamo attorno al fuoco. Una delle emergenze di oggi è il disagio dato dal troppo benessere e dalle carenze educative. Noi ovviamente non facciamo miracoli educativi, ma diamo la possibilità di vivere un'esperienza educativa che di sicuro non si dimentica e che aiuta a responsabilizzare i bambini».

Gli educatori tengono aggiornati i genitori a casa con mail dettagliatissime su tutte le attività svolte. «Se andiamo a fare un'escursione con la pioggia, spieghiamo perché abbiamo ritenuto opportuno non rimandare la gita e tranquillizziamo le mamme raccontando che al ritorno ci siamo fatti tutti una bella doccia calda. È molto importante che i genitori, da casa, partecipino al nostro programma».

MaS

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