Medicina

A Lecco un centro d’avanguardia per l’allungamento e la cura degli arti

Negli ultimi decenni, la chirurgia ortopedica ha compiuto sostanziali progressi, sviluppando metodologie sempre più avanzate, poco invasive, tali da consentire un recupero completo della funzionalità in tempi brevi. Passi in avanti che si devono anche alla metodica di fissazione esterna (Ilizarov), applicata con efficacia, su bambini e adulti, in molteplici patologie ortopediche e traumatologiche. Per questa tecnica, il nostro Paese oggi è diventato, a livello mondiale, un indiscusso punto di riferimento. Il merito va in buona parte all’esperienza dell’Ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, da 13 anni centro regionale di riferimento per il metodo Ilizarov, diretto dal professor Catagni (nella foto). «Abbiamo iniziato ad utilizzare questa metodologia agli inizi degli anni Ottanta - spiega il professore -importandola dalla Russia, dove è stata messa a punto intorno al 1950 dal chirurgo Ilizarov, la cui intuizione geniale è stata quella di capire che solo la vascolarizzazione dell’osso poteva condurre ad una vera e propria guarigione della frattura. Sostanzialmente è un sistema di trattamento con fissatore esterno circolare, utilizzato per l’allungamento degli arti corti, per correggere le malformazioni congenite, per trattare le infezioni, le perdite ossee e le fratture che non si consolidano». Dal 1981 ad oggi a Lecco, Maurizio Catagni (ortopedico, classe 1945, definito un pioniere dell’allungamento, con una professionalità perfezionata negli anni, insieme alla sua équipe, ha curato con questa tecnica quasi 10mila pazienti, in media circa 400 persone all’anno (il 90% degli interventi elettivi su pazienti i da fuori regione e il 10 % bambini). «Numeri che apparentemente possono sembrare non altissimi - prosegue Catagni - ma che vanno letti considerando le procedure chirurgiche associate. Alcuni esempi: in caso, di nanismo acondroplastico, gli interventi richiesti sono 6 (due gambe, due femori, due omeri). Oppure i bambini con malformazioni congenite, fanno più allungamenti nel corso della vita: a due anni, a cinque, a sette. E cosi via». Nel tempo sono state introdotte modifiche all’apparecchio di Ilizarov. É stato reso più leggero e soprattutto più stabile. Per il paziente, tutto questo vuol dire più vantaggi: meno dolore e la possibilità di fare attività fisica, come correre o nuotare.

Il centro diretto dal professor Catagni (presidente tra l’altro dell’Associazione per lo studio e l’applicazione del metodo Ilizarov) è attuale copresidente della Società italiana di fissazione esterna.

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