Roma

Leonardo Idee «profetiche» sulla modernità

Universale è forse l'unico aggettivo adatto a descrivere il sapere di Leonardo da Vinci (1452-1519), uno degli uomini più geniali della Storia, artefice di una profonda rivoluzione in campo artistico e scientifico e le cui opere pionieristiche continuano ancora oggi a stupirci per la loro attualità. È lui il genio del Rinascimento per eccellenza, colui che incarna più di ogni altro lo spirito di rinnovamento del suo tempo. A un uomo tanto straordinario è dedicata la mostra «La mente di Leonardo. Nel laboratorio del genio universale» al Museo di Palazzo Venezia fino al 30 agosto. Dove si può scoprire il modo di pensare di Leonardo attraverso filmati, modelli scientifici funzionanti costruiti con tecniche e materiali plausibili per la sua epoca, rappresentazioni grafiche, visualizzazioni virtuali di opere perdute, ma anche oggetti originali. La sua opera non è analizzabile a compartimenti separati, ma bisogna porre l’occhio sulla mente, su come la sua intelligenza guardasse alla natura e progettasse di conseguenza. La mostra si articola in tre sezioni: forma, movimento e rappresentazione.
Si può vedere come la forma è legata a delle dinamiche costanti che rispondono a criteri di proporzione geometrica, a partire dal celebre «uomo vitruviano», ai disegni di paesaggi o alle macchine. Anche il movimento, dal moto delle acque ai moti mentali, splendidamente individuati nelle figure del Cenacolo, risponde a precise regole scientifiche, così come è scientifica la disciplina della rappresentazione, basata rigorosamente sull'ottica e in particolare sullo studio delle ombre. «L’ombra ha maggiore potenzia del lume», sostiene Leonardo, perché l’ombra determina il rilievo e dà un’apparenza tridimensionale alla pittura.
Di grande interesse sono i pezzi originali, come il manoscritto a sanguigna con disegni relativi all’Adorazione dei Magi e a studi sulla macchina volante, un foglio degli Uffizi con figure per la Battaglia di Anghiari e un pezzo sulla scenografia leonardiana del dramma Orfeo di Poliziano. L’idea dell’amore sensuale traspare dai due dipinti in mostra raffiguranti il mito di Leda e il cigno (La Leda Borghese e la Leda Spiridon degli Uffizi), realizzati da suoi allievi ma su disegno del Maestro.

Il tema viene visto come espressione della prorompente vitalità della natura, generatrice di tutte le forma animate.
Orario: dalle 10 alle 19: chiuso il lunedì

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