Stile

L'età d'oro delle top immortalata da Guccione

Dal 20 febbraio una mostra all'Other Size Gallery di Milano

Luigi Mascheroni

Ha iniziato con una Graflex Crown 4x5, ed è finito nei musei. Prima le gallerie, poi la Biennale di Venezia, numero 54, anno 2011. In mezzo: riviste, copertine, mostre, servizi storici.

Antonio Guccione - dalla Sicilia con fulgore, 70 anni, cinquanta di carriera, mille modelle fotografate e una (la più bella) sposata, tre figli, una casa-studio a Milano, due città di formazione (New York e Parigi), migliaia di immagini-iconiche stampate e 150mila negativi in archivio ha inquadrato i decenni che attraversato. Rendendoli Storia.

Uno, in particolare, l'ha messo a focus. I Novanta. Che sono quelli che sono e che ci ricordiamo il decennio in cui andava di moda la moda, gli anni dei Cranberries, di Beverly Hills 90210, Dylan o Brandon, Kelly o Brenda? Dei Nirvana, degli Oasis, di Britney Spears, lo zaino Invicta, le Gazelle dell'Adidas, i Dr. Martens, i jeans della Levi's, l'heroin chic, la bellezza selvaggia della giovinezza, il glamour e la follia grazie anche, o soprattutto, alle sue fotografie.

Stetson in testa e luce unica negli occhi, Antonio Guccione ha messo in posa, stampandoli su carta ai sali d'argento, i meravigliosi Novanta. Quando la musica disco veniva spazzata via dal grunge, il pop diventava Brit, i vinili venivano sostituiti dai compact disk, i motori di ricerca soppiantavano le enciclopedie, i motorini diventavano scooter, lo sport vissuto come benessere, i videogiochi venivano oscurati dalla PlayStation, le macchine per scrivere dai computer, sulle tv private guardavamo Non è la Rai. E le modelle, per la prima volta, diventavano top. Guccione fece di più. Le rese indimenticabili. Ve le ricordate? Le più richieste, le più pagate, le irraggiungibili: Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Kate Moss, Linda Evangelista, Naomi Campbell, Christy Turlington. Le «big six». Nomi che erano già brand e corpi che erano più famosi dei volti hollywoodiani: dettavano lo stile, dominavano le copertine delle riviste, cavalcavano le passerelle, griffavano le pubblicità in tv e percepivano ingaggi record. Nel 1990 fece fragore un'affermazione di Linda Evangelista: «Noi non ci svegliamo per meno di 10.000 dollari al giorno». E non era una battuta.

Lui a New York si alzava presto il tempo libero non è un lusso per un fotografo, è inesistente attraversava la città tra uptown e downtown, spostandosi tra l'abitazione e il set, e fotografava le donne più belle del mondo. Raccontando, artisticamente, la storia di un'epoca. L'obiettivo no, meglio: l'obbiettivo - non era soltanto la perfezione delle forme, delle luci e delle ombre, materia prima di ogni fotografia. Ma la descrizione dell'anima femminile racchiusa in ogni modella. Cosa che gli riusciva sontuosamente bene.

Le sue fotografie sono naturali, lui è sofisticatissimo. Eccole. Dal 20 febbraio al 30 marzo, in concomitanza della Milan Fashion Week, la mostra Antonio Guccione. New York-Milano all'Other Size Gallery, nella metropoli della moda, Milano, celebra il fotografo con una serie di ritratti in bianco e nero, ormai storici, delle più note top model di tutti i tempi. Provenienti dalla sua collezione privata, datati fra il 1990 e il 1991, la «golden age» delle supermodelle, gli scatti in mostra di Antonio Guccione portano i corpi, gli sguardi, la sensualità e l'eleganza di Elle MacPherson, Tyra Banks, Sarah Jessica Parker (prima della consacrazione di Sex&the City, anno di scintillante debutto televisivo 1998...) e Carol Alt. Anni Novanta, parte seconda.

Fashion and Faces, grafismi geometrici e patinatura glamour. «La fotografia è arte, è l'ultimo impianto moderno di una generazione multimediale è l'insegnamento di Antonio Guccione, persona sensibile, angosciata, disordinata - Oggi alla fotografia possiamo accedere tutti. Per fare una foto artistica ci vuole, però, una conoscenza culturale che non è il semplice scatto. Si tende a sminuire la fotografia rispetto alla pittura. Il pittore si esprime con la manualità. Il fotografo non si esprime nel clic, come molti pensano. Questo è solo l'elemento finale di un'azione. Dietro c'è l'individuo». Lui, davanti, ha avuto le donne che hanno cambiato l'idea di Bellezza. E uomini che hanno reinventato quella di Stile. E così mentre lavorava con le più influenti riviste di moda, creando storiche campagne pubblicitarie per Gucci, Prada, Versace e Yves Saint Laurent - ha firmato i ritratti di Richard Gere, Dustin Hoffman, Giorgio Armani. E poi Michelangelo Antonioni, Umberto Eco, Federico Fellini, Alberto Moravia, Ettore Sottsass, Gianni Versace, Roberto Bolle... Personaggi noti e protagonisti della scena pubblica, della cultura, della moda. Della vita.

Quando la camera era oscura e gli anni luminosissimi.

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