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Libia, Frattini: siamo in contatti col consiglio provvisorio Appello dell'Onu: servono 160 miliardi per gli aiuti

Frattini: "Abbiamo conoscenze migliori di altri e infatti siamo spesso richiesti in queste ore. Conosciamo l’ex ministro della giustizia che ora è a capo del consiglio provvisorio di Bengasi"

Libia, Frattini: siamo in contatti col consiglio provvisorio 
Appello dell'Onu: servono 160 miliardi per gli aiuti

Tripoli - Nuovi raid aerei in mattinata del regime libico a Ras Lanuf dove gli insorti cercano di rispondere con la contraerea. La ripresa dei combattimenti testimonia della controffensiva in atto da parte di Gheddafi anche se la stampa britannica I parla oggi di un piano segreto americano per armare gli insorti). Ieri a Misurata ci sono stati almeno 18 morti. Sul piano diplomatico, con le Nazioni Unite che annunciano la nomina di un nuovo inviato e fanno un appello per finanziare gli aiuti, il ministro degli esteri italiano Frattini dice che in caso di no-fly zone l’Italia non potrebbe negare le sue basi. Le Nazioni Unite e alcune organizzazioni non governative per i diritti umani hanno lanciato oggi un appello per la raccolta di almeno 160 milioni di dollari (114 milioni di euro) in aiuti da destinare alle vittime del conflitto in Libia. "In risposta alla crisi attuale in Libia, che ha provocato l’arrivo di 191.748 persone nei paesi vicini della Tunisia, Egitto e Niger, l’Onu e l’Organizzazione internazionale per le emigrazioni (Oim), assieme agli organismi partner, hanno lanciato un appello regionale urgente", si legge in un comunicato.

Gli scontri di Ras Lanuf e Ben jawad, intanto, sembrano fotografare sintomaticamente la situazione sul campo.

Frattini: "Abbiamo preso contatti con il consiglio provvisorio" L’Italia ha avvisato contatti con il consiglio nazionale libico, ma lo ha fatto "con discrezione". Lo ha assicurato il ministro degli esteri Franco Frattini, in collegamento telefonico a Uno Mattina. "Abbiamo conoscenze migliori di altri - ha spiegato Frattini - e infatti siamo spesso richiesti in queste ore. Conosciamo l’ex ministro della giustizia che ora è a capo del consiglio provvisorio di Bengasi e quella rete di ambasciatori libici che ha detto che da ora loro sono al servizio del popolo e non del regime, alcuni di loro stanno esercitando un’azione importante per coagulare un consenso, noi lo facciamo ma lo facciamo discretamente e questa credo che sia la soluzione migliore".
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