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Giuseppe Carta. Germinazioni, i diari della terra

Eataly Roma ospita, fino al 30 settembre, la mostra dell'artista sardo

Giuseppe Carta. Germinazioni, i diari della terra

In un mondo che va sempre più di fretta dove vige la regola del vince chi è più veloce. In un mondo fatto di social network ed esibizione, dove non è importante quello che si mangia ma fare vedere agli altri che lo si mangia e dove lo si mangia, Giuseppe Carta, artista sardo con uno spiccato amore per la natura, sceglie consapevolmente di prendersi del tempo. Di allontanarsi dalla frenesia che agita un universo diventato 2.0 ed indagare con attenzione e passione il rapporto che regola arte e cibo, partendo da se stesso, dalla sua esperienza personale, che prende vita dall'osservazione attenta dell'evoluzione di fiore, piante e frutti nei suoi frutteti sulle colline di Banari, di cui coglie ogni più piccola trasformazione. E lo fa con estrema indulgenza verso il tempo e il suo naturale corso, amando i frutti della terra a tal punto da farli diventare soggetto delle sue opere. Usando la stessa pazienza e lo stesso amore che adotta con la creazione delle sue opere.

Opere raccolte – una trentina tra sculture policrome in bronzo e oli su tela, di medie e piccole dimensioni - in una mostra personale, organizzata da Arte Contemporanea Italiana, visitabile fino al 30 settembre, ospitata nel cuore del tempio della gastronomia italiana: Eataly Roma.

La cornice di Eataly – raccontano i curatori - permette un’immediata armonizzazione visiva e concettuale tra le opere ed i loro corrispettivi commestibili. Il cibo stesso è arte e il luogo che negli ultimi anni ha più di tutti valorizzato e diffuso nel mondo i migliori prodotti culinari italiani apre le sue porte all’arte di Carta, capace di suscitare una riflessione sull’incredibile varietà di prodotti gastronomici presenti nel nostro Paese e curiosità sulle potenzialità comunicative del cibo. L’arte può esplorare nuovi orizzonti e nuovi contesti perché, come afferma Carta, si può decontestualizzare tutto ma non gli argomenti trattati, nel senso che un’opera d’arte, un cibo, un libro, un concetto o una pièce teatrale può essere presentato in ogni luogo e in ogni ora del giorno ma ciò non toglie la sua Essenza e la sua Natura”.

Peperoncini, fichi, cipolle, pomodori, limoni, ciliegie, si stagliano e risaltano sullo sfondo nero – che ci ricorda le opere di Caravaggio - di tele dipinte ad olio con l'antica tecnica della velatura. Carta vuole raccontare la natura, sottolineandone la potenza comunicativa, nella sua interezza, non nella sua assoluta perfezione. Non sempre infatti, frutti e verdure sono rappresentati all'apice della loro bellezza, ma raccontano talvolta la meraviglia dello scorrere del tempo e la sua caducità, raggiungendo alti picchi di realismo.

Proprio per questo motivo, pomodori con la buccia leggermente raggrinzita o cipolle germinate, non sono meno d'impatto dei lustri limoni gialli appoggiati su un tavolo bianco. “Non c'è cosa più bella di un frutto maturo che ha nella sua pelle tutta la sua vita”, sottolinea l'artista. A tal proposito osserva, poi, lo chef siciliano Pino Cuttaia, padrino d’eccezione dell’iniziativa, nel bel dialogo a tu per tu con Carta, presente nel catalogo della mostra: “Non sempre i tuoi soggetti sono ritratti nel momento di loro massimo splendore; ho visto ricorrere delle cipolle stanche, non più adatte ad essere consumate ma pronte per essere piantate di nuovo per dare nuovi frutti”.

Per comprendere a pieno il lavoro di Giuseppe Carta non si può prescindere dalla contemplazione delle sue installazioni. Gli amati Peperoncini, ad esempio, diventati una sorta di icona pop dell'artista, ammirabili in diverse parti della Cina e in Italia. Ma anche la grande Melagrana, simbolo di vita secondo il suo più arcaico e profondo significato, posta davanti al Colosseo e visitabile sempre fino al 30 Settembre, che intende rappresentare l’attività benefica di Andrea Bocelli che, proprio al Colosseo l’8 Settembre ha tenuto un grande concerto allo scopo di raccogliere proventi per la sua fondazione.

Germinazioni.

I diari della terra”, questo il nome dell'esposizione, è stata presentata durante un'originale conferenza stampa, dove i giornalisti sono stati chiamati a sperimentare le potenzialità del cibo, mettendosi alla prova ai fornelli, sotto la super visione dell'artista e dello chef Alessandra Mariani.

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