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Il club degli anoressici

Linguaggio in codice, braccialetti per riconoscersi, siti riservati. Il mondo nascosto degli italiani malati di cibo

Il club degli anoressici

«Ciao a tutte, mi chiamo Elisa, oscillo fra i 38 e i 39 chili ma un giorno spero di arrivare a 26». «Ventisei chili? Brava, io non credo di potercela fare, però ogni tanto passo davanti al reparto dei vestiti delle bambine di cinque anni e vorrei tanto entrare in quegli abiti».

Niente convenevoli, sui blog on line si fa amicizia dichiarando pochi elementi di sé ma essenziali: nome (o pseudonimo), altezza, età, peso. Se sei più di 45 chili vieni salutata con una serie infinita di «faccini» allibiti, ma almeno non vieni esclusa dalla chat. Questione di educazione. Funziona così sui siti pro Ana. Ana è la parola in codice per parlare di anoressia (Mia sta invece per bulimia) e viene descritta come una sorta di dea che si impossessa del corpo e chiede una serie di sacrifici per essere venerata.

Le ragazzine che fanno amicizia sui blog hanno quasi tutte fra i 14 e i 18 anni e si riuniscono in una vera e propria setta virtuale, fatta di riti ben precisi. Innanzitutto ci si scambia il numero dei cellulari: è molto frequente che i siti delle diete strong vengano chiusi di colpo ma, se dovesse capitare, si può continuare a chattare nei gruppi di Watshapp. Regola numero due: come viene scritto esplicitamente, chi entra nei blog per criticare è pregato di andarsene. A dire il vero ogni tanto qualche padre ci prova e racconta di quanto era bella sua figlia prima che si ammalasse di anoressia. «Ragazze, smettetela con queste diete letali» scrive. Ma le sue parole non vengono minimamente calcolate. Regola numero tre: la prova della domenica. Alla fine della settimana è il momento della resa dei conti: in chat bisogna dichiarare i chili persi con tanto di fotografia della bilancia e di selfie allo specchio con la maglietta alzata. Chi ha i fianchi più spigolosi rientra a furor di popolo tra le reginette del forum. E poi c'è una giornata speciale in cui Ana viene onorata con il rito più ambito: il digiuno.

LE CHAT

L'anoressia ai tempi di Internet diventa qualcosa di ancor più agghiacciante. Un dramma amplificato, che arriva direttamente sui pc delle camerette «legittimando» quella che, magari, per parecchie adolescenti è sola una «tentazione». «Da tempo combatto con la vocina di Ana - scrive una ragazza in apparenza guarita -. Ho ripreso un po' di peso ma la voglia di saltare i pasti resta molto forte. In questa chat mi sento finalmente capita». Fino a poco tempo fa tra le ragazze anoressiche c'era anche l'abitudine di portare al polso un braccialetto rosso per riconoscersi per strada o nei locali. Ora ci si incita a proseguire le diete a furia di messaggini. E quello che si legge ogni tanto è da brivido: «Mi odio, ho mangiato lattuga e due uova sode, mi sento gonfia». «Ho mangiato una pesca, ho 51 calorie di troppo, oggi sono a 421 calorie, ora mi ammazzo di step e dovrei tornare a 357 calorie». E un'altra risponde: «Basta che ti metti due dita in gola. Ma taglia le unghie. Io l'altro giorno vomitavo sangue e mi sono spaventata ma mi ero semplicemente graffiata la gola con le dita». Poi arriva Francesca: «Peso 35 chili. Stavano per ricoverarmi ma non mi hanno presa in reparto. Vuol dire che sono troppo grassa, aiuto».

C'è da non crederci, ma on line girano diete da fame e decaloghi per ingannare i genitori e fingere di mangiare durante la cena. Sul «blog di Crystal» ci siamo imbattuti in una dieta che prevede 800 calorie al giorno nella fase iniziale ma, nel giro di dieci settimane, ne impone non più di 140. Significa poco più di un vasetto di yogurt. Le seguaci applicano i consigli con ossessione. E in quelle ragazzine ridotte a un mucchietto di ossa fragili c'è una determinazione degna del più addestrato dei Marines. Non si sgarra, ogni errore viene punito con un sacrificio maggiore, si calcolano grammi, dosi, calorie bruciate, centimetri persi. Tutto. Con meticolosità. E si fissano gli obbiettivi sul calendario: inutile dire che non raggiungere il peso prefissato provoca una frustrazione ingestibile. Per questo attecchisce con estrema facilità il concetto del gruppo: insieme ci si incoraggia, ci si confronta, un po' con complicità e un po' con rivalità.

DECALOGHI ANTI CIBO

Sui siti gira anche un mini manuale di consigli per gestire le situazioni più difficili. La versione è più o meno la stessa ovunque, noi abbiamo letto quella del sito Perfect body, uno dei più cliccati. «La mattina non mangiare, altrimenti apri lo stomaco. Quando hai dolori alla pancia accovacciati e passeranno. Bevi tantissima acqua. Anche se ti stai per sentire male, aspetta cinque minuti e poi ricomincia a bere. Se ti obbligano a mangiare hai due possibilità: mastichi ogni boccone a lungo. Fallo diventare una poltiglia e poi bevi tra un boccone e l'altro. Ti sazierai più velocemente e perderai tempo. Non fare troppo esercizio fisico altrimenti ti verrà più fame. Mangia nuda, allo specchio». E via dicendo, all'infinito. Si va su discorsi pratici, su come fingere di sporcare i piatti e metterli in lavastoviglie per far credere ai genitori di aver già mangiato. Ma nessuna esce allo scoperto parlando dei reali disagi fisici che l'hanno portata a diventare anoressica. Sembra quasi che si cerchi di fidelizzarsi alla malattia piuttosto che combatterla assieme. Con un innamoramento e una devozione incredibili che arrivano a fare il solletico alla morte. «Ana è la mia filosofia di vita - scrive una 14enne, 28 chili per 1,50 m -. La magrezza per me significa perfezione e purezza».

LA FOTOGRAFIA

Ogni tanto nelle chat si incontra anche qualche ragazzino fissato con le diete e ossessionato dai cibi calorici. Ma l'anoressia al maschile, anche se si tratta ufficialmente di un caso su dieci, rappresenta ancora un sottobosco difficile da identificare, non ancora realmente emerso.

Non è semplice dichiarare un numero preciso di chi soffre di anoressia. Certo è che le giovani sul filo del rasoio, che oscillano tra mania e malattia, sono la maggior parte. La patologia colpisce i giovanissimi, dai 10 anni in su e anche le over 40, senza pietà per nessuna età. Anzi, il fenomeno è in netto aumento e negli ospedali stanno nascendo sezioni dedicate alle «signore» più agée. Il ministero della Salute stima almeno 8 nuovi casi ogni 100mila donne ogni anno. La bulimia nervosa invece conta almeno 12 nuovi casi ogni 100mila. In Italia soffrono di disturbi alimentari 3 milioni di persone e ogni anno si contano più di 7mila vittime (per suicidio o per problemi correlati): più della depressione. E resta irrisolto il problema della diagnosi precoce, pressoché impossibile: le pazienti provano gioia nel coltivare la loro stessa malattia e negano per parecchio tempo, rimandando le cure. Gli esperti sono preoccupati anche da un nuovo pericolosissimo fenomeno, quello della drunkoressia. Una moda deleteria in voga tra gli adolescenti che, deliberatamente, digiunano per 24 ore per poi lanciarsi in una serie di superalcolici. Il pericolo è enorme: l'alcol non trova il filtro del cibo ed entra in circolo molto rapidamente rendendo l'organismo più vulnerabile.

Il rischio è più alto per le ragazze, che metabolizzano l'alcol più lentamente.

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