Coronavirus

L'ipotesi di alcuni virologi: "Il virus è mutato"

Le norme adottate fino a questo momento restano però fondamentali. Distanziamento e igiene non vanno abbandonati

L'ipotesi di alcuni virologi: "Il virus è mutato"

L’ipotesi sostenuta da diversi virologi secondo la quale il virus stia realmente perdendo forza e sia mutato si fa sempre più strada nell’idea collettiva. Proprio adesso però non si può abbassare la guardia e le norme che abbiamo adottato fino a questo momento, in particolare la distanza di sicurezza e l’igiene, non vanno certo abbandonate. Il rischio è che la situazione ricominci a peggiorare.

Il virus è mutato e perde forza

Ne è convinto Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus-Bio-Medico di Roma, che a Quotidiano.net, ha spiegato: “Questo coronavirus perde forza. Sono state individuate mutazioni transienti, polimorfismi. Insomma, ha preso una bella bacchettata”. Ciccozzi ha tenuto però a precisare che il virus è ancora in circolazione, e questo spiega le persone che continuano a essere ospedalizzate con difficoltà respiratorie da Covid-19. Anche se, i pazienti che richiedono ricoveri ospedalieri adesso arrivano con sintomi ben più leggeri e raramente necessitano della terapia intensiva. Meno accessi nei reparti quindi, e meno morti per patologie pregresse.

L’epidemiologo ha ribadito che non vanno abbandonate le buone norme adottate fino adesso, sostenendo come il distanziamento e l’igiene siano tutt’ora fondamentali. Dobbiamo continuare a indossare le mascherine e a prendere le dovute precauzioni. Ci sarebbero però altre variabili in gioco. “L’efficacia dovuta alle terapie incide tantissimo. C’è poi un calo di vigore del virus, che gli fa perdere questa potenza legata alla contagiosità, e probabilmente alla letalità” ha sottolineato Ciccozzi. Insomma, non possiamo ancora dire che adesso il coronavirus sia meno cattivo, infatti può uccidere ancora, però che stia continuando a mutare, in modo positivo per noi, sembra proprio di sì.

Ciccozzi è in stretto contatto con i ricercatori Robert Gallo e Davide Zella negli Stati Uniti e, tutti, vedono la sua “evoluzione nel tempo, mutazioni come puntini che appaiono e scompaiono nelle sequenze del genoma, fino a ricavare una sorta di albero filogenetico. E non basta. Le osservazioni devono essere statisticamente significative. Un indicatore è il valore R0 che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva”. La speranza è che il valore continui a diminuire raggiungendo lo 0,05. Questo dato indicherebbe la fine dell’epidemia.

A sostenere il fatto che il virus stia mutando e si presenti meno aggressivo rispetto a qualche settimana fa, oltre a Ciccozzi, Gallo e Zella, anche Matteo Bassetti dell’ospedale San Martino di Genova. Bassetti ha sottolineato che vi è una diminuzione complessiva del numero dei casi. Questo è un dato continuo, accertato e costante. Una delle spiegazioni, oltre all'efficacia delle cure usate adesso, è che il virus sia mutato diventando meno pericoloso.

Non abbandonare adesso le norme adottate

Camminando per strada, Ciccozzi si è accorto di alcuni comportamenti sbagliati tenuti dalle persone che incontrava. Gente in gruppo, non solo familiari, ma anche fidanzati e amici, aggregazioni che dovrebbero invece essere evitate. Il virus non è ancora debellato e ci mette niente a tornare in piena forza e letale. Inizialmente sarebbero stati due gli eventi epidemici distinti che hanno permesso la sua diffusione in Italia.

Il primo dalla Cina che ha raggiunto il Centro e, dopo due settimane, un altro dalla Germania che ha infettato il Nord.

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