Sport

Lippi:«Non torno alla Juve, preferisco l'Italia»

Il ct nega l'idea di avere un ruolo nella società. «Vorrei allenare ancora gli azzurri, ma tocca alla federazione allungarmi il contratto». «L'unica cosa vera è il pranzo con Blanc». «Magari fra 5-6 anni potrei allenare una nazionale africana»

Ancelotti ha fatto scuola: negare, negare, negare. Ora ci prova anche Marcello Lippi che si trova nella scomoda posizione dell'esser ct della nazionale e consigliere privilegiato della Juve, come ha fatto intendere anche John Elkann. Ed allora ecco la frase che farà storia: «Non tornerò alla Juventus nè come allenatore nè come direttore tecnico. Sono stato chiaro?». Chiarificazione impegnativa davanti ad una platea impegnativa. Il commissario tecnico ha avuto per testimoni i circa 200 partecipanti del 72/o Congresso internazionale della stampa sportiva internazionale(Aips) in corso a Milano. Ci sarebbero tutti i presupposti per credergli anche se il naso di Pinocchio è cresciuto a tanti. Lippi, per esempio, negò fino all'ultimo il suo passaggio all'Inter. Ma stavolta il ct potrebbe aver imparato. «Qualunque cosa si dica, non è vero nulla: il prossimo anno non tornerò alla Juve e nemmeno dopo il 2010», ha detto con voce ferma a europei e africani, americani e asiatici. «La realtà è una sola, ascoltate bene: c'è di vero solo che io sono andato a pranzo con Blanc così come vado a pranzo con Galliani, con il presidente della Lazio, a Trigoria con Bruno Conti. Ero a Genova, ricevo una telefonata e che faccio? Vado a Vinovo (il centro sportivo della Juve, ndr)? Oppure visto che passa di lì una persona mi fermo?. Da quel pranzo sono nate tutta una serie di considerazioni e ora sembra che tutto quello che fa la Juve sia frutto dei miei suggerimenti».
Garantito di non voler tornare a Torino, il ct invece ha ammesso le sua ambizioni: «Ripetere un bel mondiale, anche se sarà difficilissimo vincerlo. E restare ancora sulla panchina della nazionale: se la federazione vuole, ci sono». Giornalisti africani gli hanno chiesto la disponibilità per allenare le nazionali dei loro paesi e lui ha lasciato una porta aperta. «Per ora no di certo. Magari fra cinque -sei anni ci penserò. Non mi piace l'idea di vincere con la mia nazionale eppoi allenarne subito un'altra, mi darebbe fastidio incontrare gli azzurri sul campo».
Il ct si toglie dagli impicci anche sul caso Canavaro: «L'ho saputo perchè mi ha telefonato lui. Cannavaro lo ha già detto due volte, ma non ci crede nessuno e si va avanti con il discorso che Lippi ha voluto Cannavaro. Invece mi ha chiamato per dirmi che tornava alla Juve e gli ho detto: sono contento per te e per me come ct della nazionale».
Lippi ha raccontato che si sta ripetendo la stessa situazione di quando arrivò Capello alla Juve: «Non potevo neanche andare a vedere la partita perchè i primi tempi le cose non andavano bene e la gente urlava il mio nome».


E Lippi esclude anche di andare al Milan: «Io sono il ct della nazionale, penso solo ed esclusivamente a quello».

Commenti