Come ci vedono gli altri. È questo il senso e lo spirito di un nuovo volume che soddisfa le  aspettative di chi è incuriosito sulla chiave in cui uno straniero, in particolare il  corrispondente di un importante organi di informazione, legge i fatti di casa nostra. «L'Italia  s'è mesta» (Perrone editore, pp. 170, euro 11), titolo che si rifà a un verso del nostro inno  nazionale, è una collezione di scritti in cui la stampa estera fotografa la realtà italiana per  raccontarla ai rispettivi connazionali. Si tratta di firme celebri anche se non notissime  universalmente e certo più conosciute a chi si interessa di giornalismo.
 Dalla questione femminile al degrado della nostra televisione, dal ruolo della Chiesa e dalla  sua rilevanza nella realtà sociale all'immigrazione costante e in qualche caso neppure  regolamentata, dall'allarmante mancanza di mezzi economici dell'università e della ricerca alla  drammatica fuga dei migliori cervelli verso l'estero, l'Italia viene raccontata viene raccontata  al pubblico tedesco, russo, francese, inglese, spagnolo, giapponese, brasiliano, portoghese,  cinese e americano. Insomma l'Italia, tra vizi e virtù, davanti al mondo intero.
 L'utilità di questo volume collettaneo sta proprio nel tentativo di analizzare in modo profondo  e strutturato le radici dei nostri mali civili, sociali e politici. L'Italia ha assoluto bisogno  di tornare a interrogarsi sulla propria identità democratica, sulla propria storia di conquiste  civili e libertarie, sull'inviolabilità dei principi fondamentali su cui è fondata la nostra  società politica.
L'Italia raccontata agli stranieri
Un volume raccoglie le testimonianze di giornalisti stranieri che raccontano vizi e virtù del nostro Paese ai rispettivi connazionali
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