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Litigio Ancelotti-Shevchenko rubato dalla tv

Riccardo Signori

Che brutte facce. Occhi da burrasca. Ancelotti e Shevchenko ieri non hanno fatto nulla per nascondere il loro malumore. Venticinque minuti, all’ora del pranzo, a discutere, dire e controbattere davanti a un ingresso secondario di Milanello. Animato e nervoso il giocatore. Calmo, appoggiato al muro e con la testa sconsolata il tecnico. L’ultimo Shevchenko ne ha combinata una di troppo ed anche se tutto si è concluso con una stretta di mano, Ancelotti ha voluto far intendere ai suoi naviganti che quest’anno nessuno la passerà liscia. Sheva è appena passato dal chirurgo per farsi rimuovere le placche al viso inserite all’epoca della frattura all’orbita oculare e allo zigomo sinistri. Per questa ragione Shevchenko dovrà saltare la tournée negli Stati Uniti, che contempla due sfide con il Chelsea, e resterà ad allenarsi a Milanello. E l’idea non è piaciuta a nessuno. Non ai senatori, leggasi Costacurta ma pure Maldini che è grande amico di Sheva, e ancor meno alla società che vuol rispettare gli sponsor (negli Stati Uniti sarà presentata la nuova maglia) e ad Ancellotti che ora si troverà ad affrontare la trasferta con un solo attaccante arruolato: il resuscitato Vieri.
Caro Sheva questa non dovevi farcela, ha spiegato l’allenatore al giocatore che, a sua volta, con gran gesticolare e toni civili, ma forti, ha spiegato le ragioni sue. Il Milan molto più semplicemente avrebbe gradito che l’interessato rinunciasse ad una settimana di ferie, si sottoponesse all’operazione prima del ritiro per arrivare pronto all’uso e alle fatiche. Così, invece, non sarà. Anzi, l’ucraino sabato ha lasciato il ritiro e la cosa non è piaciuta ai compagni. Shevchenko rimarrà a Milanello per allenarsi e non rischiare la faccia. «Così sarò pronto per l’inizio del campionato».
Il dialogo, ripreso dalle telecamere televisive, è stato poi arricchito dalla lettura del labiale operata da Sky. E nel finale è spuntato un curioso, e piccante, particolare. «Se mi volete tenere, bene. Sennò lasciatemi andare», ha detto perentorio il giocatore. E Ancelotti gli ha replicato: «Ma tu dove vuoi andare?». A quel punto Sheva ha capito di essere andato un po’ oltre e ha deposto le armi. «Io voglio restare qui», ha fatto segno con un dito. E tutto si è concluso con una stretta di mano.

Fino al prossimo litigio.

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