L'omicidio di Savarino ancora senza risarcimento

Sono passati cinque anni da quando il vigile Nicolò Savarino (nella foto) venne investito e ucciso da un rom minorenne alla guida di un suv, durante un controllo. Era il 12 gennaio 2012 e Savarino, stava svolgendo servizio in un parcheggio di via Varé, nei pressi di piazza Bausan, in zona Bovisa. Remi Nikolic, l'investitore minorenne all'epoca del processo, è stato condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione, dopo che nel marzo 2013 in primo grado gli era stata comminata una pena di 15 anni. Uscirà tra poco e sarà affidato ai servizi sociali. Il suo complice, Milos Stizanin, è già fuori.

La cerimonia, come di consueto si terrà a mezzogiorno al parco a lui dedicato in via Livigno 5, a due passi dal comando di zona 9 dove l'agente prestava servizio d una decina di anni. Alla famiglia - i genitori sono scomparsi, sono rimasti i due fratelli - non è stato riconosciuto alcun risarcimento, oltre al fatto che giustizia, secondo i parenti e i colleghi, non è stata fatta.

«Il caso di Savarino è esemplare - tuona Daniele Vincini, segretario regionale del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale -: questo è lo scenario che si prospetta a tutti i vigili. Un agente è morto in servizio e nessuno, nè lo Stato nè il Comune gli ha riconosciuto nulla. Proprio per questo continuiamo a chiedere, con ancora più forza che venga modificata la legge».

Al termine della cerimonia di commemorazione verrà consegnato al sindaco, all'assessore alla Sicurezza del Comune Carmela Rozza e all'assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali la proposta di modifica della legge regionale del corpo. «Nonostante le promesse nulla è cambiato per il corpo sul versante delle tutele».

MBr

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