Luigi Liguda

Non ci tragga in inganno il nome che sembra italiano. È perché confesso di non avere idea di qual sia la versione polacca dell’italiano Luigi e del latino Ludovicus. Il martire che oggi ricordiamo era, appunto, un religioso polacco, verbita per l’esattezza. Il padre Liguda aveva quarantadue anni nel 1940, quando venne arrestato dalla Gestapo. Era direttore del seminario. Fu deportato nel lager di Dachau, dove morì due anni dopo, trucidato dalle guardie. Per singolare coincidenza (o privilegio superno) la sua morte avvenne proprio nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione. E non è escluso che i suoi aguzzini intendessero fargliela festeggiare proprio in quel modo. Certi nazisti conoscevano bene il calendario romano, e lo stesso Hitler era stato battezzato cattolico. Quest’ultimo considerava sua missione storica cancellare per sempre la Chiesa di Roma, e non erano affatto pochi quei suoi seguaci che lo prendevano terribilmente sul serio. Dopo il passaggio delle sanguinarie religioni atee del XX secolo l’Occidente e soprattutto l’Europa si sono stancati di guerre. «Mai più la guerra!» è il grido in nome del quale si commemora e si depongono corone di fiori. Però, sotto sotto, si pensa che certe invenzioni di quei trascorsi regimi non erano poi così male.

Se solo le avessero fatte passare attraverso le vie democratiche… Infatti, eccoci qua a dibattere e votare su eutanasia, eugenetica, sperimentazione sugli embrioni, lotta feroce al tabagismo e alla vivisezione animale, clonazioni, ibridi eccetera. E magari a bruciare in democratico corteo bandiere e simboli ebraici.

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