Cultura e Spettacoli

L'ultima di Toscani: un fotoarchivio «in progress» sulle brutture del Bel Paese

Il progetto si chiama «Nuovo Paesaggio Italiano» e avrà la sua prima tappa in una mostra che inaugurà il 10 luglio nella cantina Petra a Suvereto (Livorno). Ma chiunque, con i suoi scatti, potrà contribuire ad arricchire questo «contenitore culturale applicato»

Un archivio permanente e continuamente aggiornato sulle brutture del nuovo paesaggio italiano. È questo e tanto altro l'ultimo progetto di Oliviero Toscani, che si chiama proprio così: «Nuovo paesaggio italiano» e che è stato presentato a Roma nella sede della Stampa estera. Un'idea che il geniale fotografo ha realizzato con la collaborazione di Salvatore Settis, direttore della Scuola superiore normale di Pisa, di Marco Magnifico, direttore del Fai, e di Canon, e che vedrà il suo primo risultato tangibile nella esposizioni di immagini fotografiche, raccolte in un grande «rotolo» di 100 metri realizzato nei cantieri di Vittorio Moretti, che denunciano il degrado del paesaggio italiano e che sarà inaugurata il prossimo 10 luglio nella cantina Petra a Suvereto (Livorno) una delle aziende vinicole dello stesso Moretti, proprietario anche di Bellavista e Contadi Castaldi in Franciacorta e della Badiola in Toscana.
Come detto «Npi» non è solo una mostra fotografica: è una ricerca a cui tutti possono contribuire, un contenitore culturale legato e applicato, non solo alla territorialità, ma anche agli usi e ai costumi degli italiani. «Ognuno di noi - spiega Toscani - con i tanti mezzi tecnologici a disposizione, con il telefonino per esempio, può documentare il degrado in cui viviamo e le infinite brutture, gli sbagli, gli scempi che hanno devastato e continuano a devastare l'Italia. La fotografia, così finalmente diventerà "vera arte", non da appendere ai muri, ma memoria storica dell'umanità».
Toscani replica quindi a livello «territoriale» quanto già sperimentato con successo sul terreno «umano» con il progetto «Razza umana» realizzato dalla Sterpaia, la bottega dell'arte della comunicazione da lui fondata, e che da due anni è in tour per l'Italia per fotografare gli italiani: oggi conta 10mila ritratti e 3mila interviste.
«L'idea di appoggiare Nuovo Paesaggio Italiano - spiega Moretti - è nata dal mio modo di essere un imprenditore, ma soprattutto un costruttore, perché credo sia doveroso e possibile guardare al nostro paesaggio con un nuovo sguardo, una nuova attenzione. La qualità del nostro lavoro dipende molto dalla committenza e il progetto Npi ha in sé la forza di risvegliare un senso, e direi quasi una coscienza estetica di cui noi italiani siamo stati sempre orgogliosi. Mi auguro inoltre che le scuole assumano sempre di più l'impegno di trasferire ai nostri figli e ai nostri nipoti il senso del bello e la necessità di proteggere il territorio».
«Divorato dall'incuria e dal cemento - denuncia Settis - il paesaggio italiano sta morendo. Quello che fu il Bel Paese è invaso dalle armate nemiche: ecomostri grandi e piccoli, tetre villette, squallidi capannoni, mesti condomini si insediano in valli, colline, dune, scenari naturali di grande bellezza che i nostri avi hanno reso ancor più armoniosi, e li devastano irreparabilmente. Di fronte a questa peste che cresce ogni giorno, istituzioni, addetti ai lavori, politici d'ogni colore tacciono quasi sempre, complici di fatto del brutto che avanza. Molti italiani chiudono gli occhi, non vogliono vedere, o pensano ai paesaggi d'una volta, o si rifugiano nei lembi di territorio (sempre meno) ancora in salvo (per poco). Aiutiamo gli italiani a riaprire gli occhi, a guardarsi intorno. Fotografiamo gli scempi e le sopraffazioni su un patrimonio che è di tutti, che è la nostra memoria e la nostra anima». «Per molti anni il Fai si è sentito solo - spiega Magnifico - ora con Npi siamo in buona compagnia per difendere l'Italia e per ribadire un semplice concetto di educazione e civiltà che deve essere condiviso da tutti.

Per coinvolgere gli italiani ci vuole coraggio di fare, di dire, di combattere, fare insieme è doveroso e possibile».

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