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La lunga lotta per la libertà delle donne nell'islam

Il festival di Gorizia esplora il complesso percorso per l'indipendenza femminile nel mondo musulmano

La lunga lotta per la libertà delle donne nell'islam

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La diciannovesima edizione del Festival internazionale della Storia si svolge a Gorizia sino a domenica ha come tema per questa edizione la parola «Donne», un tema declinato con più di 200 ospiti protagonisti di circa 120 appuntamenti. Tra le varie sfaccettature prese in esame non poteva mancare la disamina degli spazi al femminile nel mondo islamico, sciita e sunnita. Schiacciati sul presente è facile dimenticarsi che in molti Paesi islamici ci sono stati precoci tentativi di pensare un ruolo diverso per le donne. Per fare un esempio molto noto si può citare l'egiziana Hoda Sha'rawi (1897-1947) che già nella prima metà del Novecento ha promosso un ruolo completamente nuovo per le donne nel suo Paese. Giusto per fare qualche esempio: nel 1923 fondò l'Unione femminista egiziana (Ufe), che aveva come obiettivo di difendere il diritto delle donne, permettendo loro ad esempio di accedere più facilmente all'Università. Quello stesso anno compì il gesto clamoroso, quanto significativo, di levarsi pubblicamente il velo nell'affollata stazione ferroviaria del Cairo.

Pare assurdo che in Iran la questione del velo si riproponga in modo identico a quasi cento anni di distanza e dopo che per decenni, basta guardare le foto di alcuni Paesi islamici negli anni '70, le donne mussulmane, almeno negli ambienti cittadini, avevano tranquillamente ottenuto la libertà di indossarlo oppure no. La complessa questione dell'Iran ad esempio verrà analizzata in due incontri. Il primo oggi (alle 16 e 30) dal titolo «Donne, vita e libertà: la svolta rivoluzionaria delle donne nell'Iran» in cui dialogheranno il giornalista Armando Torno e la storica Farian Sabahi, che abbiamo intervistato in questa pagina. Sempre oggi si parlerà invece di uno dei Paesi al mondo dove la condizione femminile è più difficile: l'Afghanistan. All'incontro «Afghanistan: voce di donna» (alle 18) parteciperanno lo storico Diego Abenante, l'avvocato Barbara De Nardi e il giornalista e scrittore Andrea Romoli. Una carrellata che partirà dal passato per raccontare il tentativo di emancipazione fallito con l'abbandono del territorio afghano da parte delle forze occidentali. In particolare l'avvocato Barbara De Nardi farà il punto sui diritti violati.

Si tornerà a parlare di Iran e di rivolta al femminile anche sabato mattina nel dialogo tra Luciana Borsatti e Fabrizio Foschini: «Iran. Il tempo delle donne».

L'analisi in questo caso sarà incentrata soprattutto sul presente della Repubblica islamica.

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