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Luogo che vai discorso che trovi: le parole giuste al posto giusto

Mini guida della app Babbel per le «conversazioni» da ascensore Parlare del tempo va bene in Inghilterra ma non in Germania In Svezia sì, ma solo di quello libero

Luogo che vai discorso che trovi: le parole giuste al posto giusto

Che l'inglese sia un passepartout siamo tutti d'accordo. E che sapere tutte le lingue del mondo sarebbe il massimo, anche. Per viaggiare da una parte all'altra del globo, inserendoci al volo: nel luogo e tra le persone. Ad avere la parlantina fluida sarebbe un attimo conoscere i local e con loro scoprire indirizzi e curiosità che da soli faremmo fatica a rintracciare. Sarebbe più facile passare da un museo a una vetrina, dalla spiaggia al sentiero di montagna con qualcuno appena incontrato, potenziale amico o partner futuro. Tutto vero in teoria. In pratica non molto. Perché non sempre e non solo basta avere padronanza della lingua del posto, serve anche e soprattutto sapere di cosa parlare. Il punto è dire le cose giuste nel luogo giusto, come conferma l'indagine condotta da Babbel, la piattaforma che insegna a parlare una nuova lingua in tempi record, tramite sito web e app su smartphone. È rompere il ghiaccio con una battuta azzeccata, scambiare quattro chiacchiere con successo, scegliere l'argomento chiave da intavolare, diventare, insomma, i maghi delle small talks, le nostre conversazioni da ascensore. Il problema è che il repertorio di frasette non è universale, cambia di meta in meta. Per la serie: Paese che vai, argomenti che trovi (e che devi imparare prima di partire). Confondersi, poi, è rischioso: la gaffe è dietro l'angolo. Se, per esempio, il tempo è un terreno così sicuro nel nostro immaginario da risultare impensabile l'idea che possa indisporre, ecco, attenzione a giocarselo bene. Per gli inglesi non esiste tema migliore per scioglierli e spingerli a raccontare qualcosa di sé, come i programmi per il weekend, ma per i tedeschi è il contrario. In Germania se ne parla volentieri solo in termini negativi, con accidenti verso il freddo intenso e la pioggia imminente. Del sole con cielo blu non interessa un bel niente a nessuno. In Svezia, invece, l'unico tempo contemplato è quello libero, meglio se associato all'Eurovision song contest, festival musicale seguito da reali e sudditi. Ma gli svedesi sono strani, non sono certo i re della chiacchiera. Con loro le small talks non attaccano, neanche i come va, come stai? rientrano nel loro galateo. Non si può dire lo stesso in Brasile. Dalla musica alla politica, al calcio, non c'è tema malvisto dai carioca. Le conversa de elevador, le small talks brasilere, sono un piacere. Un cavallo di battaglia? I neonati. Que nenê lindo, quantos meses? Che bel piccolino, quanto ha? è già un biglietto da visita. Una regola generale: non importa cosa chiedano e come si stia: bisogna sempre rispondere che va tutto bene. Mai fare altrettanto in Francia quando si tocca il tormentone degli scioperi. I francesi ne parlano ogni due per tre, imitarli, con riferimento ai disagi della SNFC, le ferrovie nazionali, parola da sapere, è grasso che cola. In alternativa, il cibo: gioca una parte clou nella vita dei cugini d'Oltralpe, come da noi. Un altro Paese che ama la tavola è la Spagna, collegata d'estate alla prova bikini. Sarà che in Germania non si mangia granché, ma là il food non sortisce effetto, mentre case e affitti vanno per la maggiore, purché non si entri nei dettagli delle cifre. Idem per il lavoro. Diciamo che i numeri sono tabù, un po' come lo sono in Inghilterra la Brexit e la famiglia reale. Su Kate, Pippa e la regina Elisabetta meglio non pronunciarsi.

E meglio anche per chi è diretto verso la terra di Shakespeare: un capitolo in meno su cui prepararsi alla vigilia della partenza.

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