Makarij

Nato nel 1481 o l’anno seguente, dopo trent’anni trascorsi come monaco a Borovsk nel monastero di San Pafnutij, nel 1526 venne consacrato arcivescovo di Novgorod. Scrive Il’ja Semenenko-Basin nel suo volume sui santi russi Eternamente fiorisce (La Casa di Matriona) che l’arcivescovo Makarij fu uno dei grandi protagonisti della vita culturale del suo tempo e tipico alto prelato della Russia medievale (l’età medievale in Russia finì praticamente solo con Pietro il Grande). Sotto la sua direzione vennero compilati i cosiddetti grandi Cet’i Minei, dodici volumi, uno per ogni mese, di letture religiose quotidiane disposte secondo l’ordine del calendario liturgico, opera che fu definita uno dei capolavori letterari della Russia medievale. Nel 1542 arrivò la promozione al rango di metropolita di Mosca, posizione che introdusse Makarij nella corte dello zar e ne fece un influente consigliere del giovane Ivan IV il Terribile. Makarij convocò e presiedette vari concili della chiesa russa, specialmente quelli del 1547 e 1549, che affollarono di santi il pantheon russo. Nel 1551 ebbe luogo, sempre sotto la sua presidenza, il concilio detto dei Cento Capitoli, che risolse alcune importanti questioni dottrinali e tracciò le direttive della chiesa russa per i successivi centocinquant’anni almeno.

Makarij interveniva anche nella politica, ma quando lo zar fu cresciuto venne messo da parte e dovette tornare ai suoi affari bibliografici (Ivan IV non a caso era detto il Terribile: con lui l’autocrazia toccò il culmine). Makarij, ormai anziano, sopravvisse pochi anni ancora e morì nel 1563.

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