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Malaysia, scontro sul nome di Allah molotov contro chiesa e convento

Altri due luoghi di culto attaccati, nell'ennesimo episodio di intolleranza scatenato dalla diatriba sull'uso del termine "Allah" da parte dei non mussulmani

Malaysia, scontro sul nome di Allah 
molotov contro chiesa e convento

Nel giorno in cui migliaia di cristiani in tutta la Malaysia si sono riuniti in preghiera, in chiese ormai sorvegliate dalla sicurezza, altri due luoghi di culto del Paese sono stati attaccati con ordigni incendiari, nell'ennesimo episodio di intolleranza scatenato dalla diatriba sull'uso del termine "Allah" da parte dei non musulmani. Segno che i molteplici appelli alla calma, nonché le rassicurazioni offerte dal governo di Najib Razak, non hanno finora sortito l'effetto desiderato.

Dopo le tre chiese attaccate venerdì nella capitale Kuala Lumpur e un'aggressione simile verificatasi ieri, oggi delle bombe molotov sono state lanciate - provocando solo lievi danni - contro un convento cattolico e una chiesa anglicana di Taiping, nello stato di Perak, a 300 chilometri dalla capitale. Negli ultimi tre giorni, inoltre, le autorità hanno ricevuto segnalazioni di piccoli atti di vandalismo - come l'imbrattamento di automobili di sacerdoti - contro la minoranza religiosa, che rappresenta il 10 percento dei 28 milioni di malaysiani. Il migliaio di fedeli della chiesa pentecostale semidistrutta nella notte tra giovedì e venerdì, la Metro Tabernacle, hanno oggi pregato in un edificio fornito dal governo.

Il caso religioso-giudiziario che ha riscaldato gli animi, nel frattempo, rimane in stallo. Il verdetto dell'Alta Corte che difendeva il diritto di un settimanale cristiano di usare la parola "Allah" per riferirsi a Dio è ancora sospeso, in seguito al ricorso presentato dall'esecutivo in difesa dell'esclusivo uso della parola da parte dei musulmani, che compongono il 60 percento della popolazione. Sia membri cristiani del governo Najib sia Anwar Ibrahim, il leader (anch'egli musulmano) dell'opposizione, hanno incontrato in questi giorni i vertici della comunità cristiana.

Alti esponenti religiosi musulmani hanno promesso donazioni alle congregazioni vittima degli attacchi.

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