Emanuela Nobile Mino
Una gita ad Alatri vale sempre la pena, ma in questo periodo la mostra «Manzù e la bellezza classica», allestita nelle sale del Chiostro dellex convento di San Francesco (9 settembre - 20 novembre. Info 800.253.323), rende ancora più invitante una visita di una delle più interessanti cittadine del Lazio.
«Io non so che cosa sia larte. Alla base della mia attività cè il mestiere, cè la materia. La materia bisogna vincerla, ma per vincerla bisogna conoscerla, ossia possedere il mestiere, la tecnica» Dallaffermazione di Manzù si evince la sua inclinazione a ricercare la forma, il suo ideale di «bellezza», nellesperienza diretta con la materia e nellattenzione amorevole verso i materiali che, attraverso la manipolazione e il gesto creativo, vedono trasformare le caotiche sembianze, il loro informe composto in rappresentazione.
Latto concreto del plasmare la materia era per Manzù (Bergamo 1908 - Ardea 1991) strettamente connesso al momento intellettuale, quindi alla lettura e alla trasposizione nellopera darte della vitalità della realtà contingente. I temi attorno ai quali il maestro sviluppò la sua attività, sebbene possano apparire di natura diversa (la famiglia, il ritratto, la cristianità, il nudo, la natura morta), in realtà riflettono e traducono quella che per lartista costituì la primaria esigenza, ovvero riferire la costante trasformazione del mondo, la continua evoluzione della vita.
Ed è proprio lamore per la vita filtrato dagli stilemi della classicità che affiora dalle opere selezionate per la mostra dedicata al grande maestro italiano (oltre 80 opere tra disegni, sculture, incisioni e medaglie realizzate nellarco di cinquantanni). In particolare la mostra antologica «Manzù e la bellezza classica» intende mettere il luce il nuovo modello di bellezza delineato dallartista bergamasco: un canone perennemente soggetto a declinazioni inaspettate ma visceralmente legato alle rigide leggi di proporzione ed equilibrio tipiche del classicismo. La retrospettiva curata da Floriano De Santi vede protagoniste opere provenienti da collezioni private e realizzate in un arco di tempo che va dagli anni 30 agli anni 80 del Novecento, attraverso le quali ricostruire lo sviluppo della ricerca dellartista e le differenti fonti di ispirazione. La mostra presenta anche una sezione dedicata al disegno e all'incisione.
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