Medicina

Meno traumi in neurochirurgia

A Milano presso l'Istituto clinico Humanitas vi è un Centro di eccellenza in neurochirurgia diretto dal professor Maurizio Fornari e come condirettore dal professor Lorenzo Bello. Quest'area della chirurgia è oggi tra le più dinamiche. É in grande trasformazione per l'impiego della microchirurgia per lesioni craniche, per il diffondersi dei fattori di crescita e delle colture cellulari per rigenerare i tessuti ossei vertebrali, per l'elettrostimolazione impiegata nella cura dei malati colpiti dal Parkinson e dai disturbi motori. Il professor Lorenzo Bello è specialista per le neoplasie profonde e per il Parkinson.
Il professor Fornari ha già diretto il centro di neurochirurgia del Galeazzi, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e per 25 anni ha svolto la sua attività di neurochirurgo al Centro neurologico Besta dopo essere stato all'Ospedale Maggiore ed al Policlinico. Nato a Milano nel 1950, dopo la laurea e la specializzazione nel capoluogo lombardo, si è formato a New York al Mount Sinai Hospital. La neurochirurgia sta aprendo nuove prospettive per la cura di gravi patologie come la depressione, gli stati ossessivo-compulsivi, i tic nervosi, le malattie neurodegenerative. Crescono i pazienti che accusano dolori insopportabili e che hanno bisogno di recuperare la propria funzionalità. Le forme degenerative come le ernie del disco, le artrosi vertebrali, lo slittamento di un corpo vertebrale sull'altro, richiederanno l'intervento del neurochirurgo.
«Con l'invecchiamento - precisa il professor Fornari - molti anziani accusano una stenosi lombare, cioè il restringimento del canale spinale con compressione delle radici nervose. Questa patologia (che determina la claudicatio neurogena) è fortemente invalidante: dolori insopportabili rendono impossibile camminare dopo poche centinaia di metri. Un trattamento farmacologico o fisioterapico, non basta. Si deve ricorrere alla chirurgia che in questi ultimi anni si è evoluta adottando metodiche incruenti come la microdecompressione con approccio monolaterale, cioè che non richiede più la temuta laminectomia, una procedura ben più demolitiva. Grazie a queste metodiche il paziente si alza il giorno stesso dell'intervento e viene dimesso il giorno dopo con una veloce ripresa funzionale».
La neurochirurgia punta alla minore invasività. Si vogliono evitare i traumi. Per rigenerare il disco vertebrale malato si prelevano e si reimpiantano i condrociti dello stesso paziente. Il processo è così fisiologico. La natura va aiutata, ma rispettata.
In Lombardia la chirurgia spinale è particolarmente sviluppata: già ora si effettuano oltre 13mila interventi all'anno, un numero destinato a crescere enormemente sia per l'invecchiamento della popolazione, sia perché ai 9,5 milioni di lombardi si aggiungono migliaia di pazienti provenienti da altre regioni. All'Humanitas la neurochirurgia è formata da un team di chirurghi cooptati sulla base di soli criteri meritocratici. La novità umana si sposa alla novita tecnologica di due sale operatorie di neurochirurgia (fatto unico al mondo). Grande in Humanitas l’investimento nelle neuroscienze anche nella prospettiva di ospitare nuove componenti universitarie, che saranno dirette dal professor Lorenzo Bello. Di recente è stato presentato un apparecchio diagnostico rivoluzionario chiamato EOS in grado di effettuare uno studio in 3D informatizzato dell'intero scheletro umano in stazione eretta con l'utilizzo di un quantitativo minimo di raggi. Questa apparecchiatura, la prima installata in Italia, creata dall'Aerospatial francese, facilita la comprensione e programmazione della chirurgia più impegnativa della colonna spinale (scoliosi, stenosi e spondilolistesi) delle persone anziane.

Si sta inoltre sviluppando un nuovo centro di neuroscienze che ha già un corso di laurea in inglese collegato con la Cornell univeristy di New York e la Mayo Clinic di Rochester.

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