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Il mercante di dinosauri: nel suo "portafoglio" c'è T-Rex

Ad Arezzo ha creato la prima «camera delle meraviglie» italiana e vende animali preistorici in tutto il mondo: «Vanno a ruba»

Il mercante di dinosauri: nel suo "portafoglio" c'è T-Rex

C'erano una volta le «wunderkammer», in italiano «camere delle meraviglie», le antenate dei moderni musei nate durante l'Illuminismo per stupire i visitatori con oggetti rarissimi e straordinari creati dalla natura o dall'uomo. Le cosiddette «mirabilia»: animali a due teste imbalsamati, barattoli di vetro con reperti umani in formalina, zanne di elefante, gemme rare eccetera. Ma oggi è ancora possibile meravigliare il pubblico nella civiltà dello spettacolo, dei viaggi nel mondo low cost e di internet? È convinto di sì Luca Cableri, eccentrico mercante veneto che nel 2015 ad Arezzo ha fondato la prima «wunderkammer» contemporanea dove espone, e mette in vendita, le mirabilia dei nostri tempi. E la scoperta è che la meraviglia per l'«esotico» è ancora possibile: la differenza è che al posto delle pietre preziose bisogna cercare le meteoriti, e al posto dei leoni da imbalsamare i... dinosauri. Già, come il Tirannosauro Rex più grande al mondo che a dicembre venne esposto nell'atrio della Stazione Centrale di Milano. Fu proprio Cableri, in partnership con il paleontologo friulano Stefano Piccini, a portare Stan, l'esemplare T-Rex ritrovato nell'estate del 1987 nel deserto di Hell Creek, nel South Dakota.

Luca Cableri è un mercante d dinosauri. Nella sua galleria intitolata «Theatrum mundi» - un palazzo storico a due passi dagli affreschi di Piero della Francesca - ha appena venduto un cranio di Triceratopo di 70 milioni di anni fa a 260mila euro e un cranio di Mesosauro, anch'esso del periodo cretaceo, a 60mila euro. A fine gennaio, il mercante veneto volerà alla fiera d'arte internazionale «Brafa» di Bruxelles per esporre un esemplare completo di Pterodattilo, rettile volante del periodo giurassico: prezzo richiesto 140mila euro. La presenza al «Brafa» conferma il fatto che questi preziosi fossili sono oggi equiparati a un'opera d'arte, come una scultura di Rodin o un vaso della dinastia Ming.

«Lo pterodattilo - dice Cableri - ha un prezzo relativamente abbordabile perchè il pubblico degli appassionati preferisce i grandi predatori, ma l'esemplare che metto in vendita a Bruxelles è un pezzo raro perchè completo al 70 per cento e con una bella montatura in bronzo realizzata da un designer toscano». Insomma, chi pensava che i dinosauri fossero oggetti rarissimi da esporre solo nei musei deve completamente ricredersi. Esiste invece un mercato floridissimo che nasce dalla grande abbondanza di reperti in tutto il pianeta, neppure così difficili da trovare. La vera difficoltà per geologi, paleontologi e committenti, è quella di rintracciare fossili completi o quasi con un unico scavo. Ed è proprio la qualità e completezza dell'esemplare a fare la differenza sul prezzo.

«Recuperare tutti i resti originali di un dinosauro è un'impresa pressocchè impossibile - dice Cableri - ecco perchè alla ricostruzione prendono parte, oltre agli scienziati, anche i designer che sostituiscono con materiale sintetico le ossa mancanti. Tutto viene dettagliatamente certificato, anche se un museo non acquisterebbe mai un dinosauro non originale al 100 per cento. Un museo no, ma un privato sì». Ma chi sarebbero questi eccentrici collezionisti e, soprattutto, come viene gestita e autorizzata questa planetaria caccia al dinosauro? La premessa è che trattasi di un mercato prevalentemente d'oltreoceano e comunque non italiano, spiega Cableri, unico gallerista specializzato nel Belpaese. Le ragioni sono anzitutto legislative: in Italia qualsiasi reperto archeologico è di proprietà dello Stato e il mercato ufficiale soggiace a forti restrizioni normative soprattutto nell'esportazione. «Ma è soprattutto la cultura di questo tipo di collezionismo a mancare - sottolinea Cableri - Nel nostro Paese l'opinione diffusa è che i fossili di dinosauro siano oggetti rarissimi che debbano appartenere solo ai musei. Ma negli altri Paesi non è così».

Nel mondo esistono territori ricchissimi di reperti, in particolare nei deserti americani e asiatici. Ciò non toglie che siano stati trovati esemplari anche in Italia, soprattutto nell'area di Trieste, in Veneto e in Toscana. Il business negli States è gestito da società che affittano con un contratto di licenza triennale migliaia di chilometri di terreno nel Nevada, nel Colorado, nel Dakota o nel Wyoming. Alla firma del contratto iniziano gli scavi «non necessariamente profondi perchè a volte i reperti affiorano già in superficie e si notano camminando». Il materiale raccolto viene immobilizzato in stampi di gesso, archiviato e messo a disposizione di paleontologi che hanno il compito di distinguere e catalogare le ossa ritrovate. «Il vero costo dell'operazione, ovviamente, è la ricomposizione e il montaggio dello scheletro, un lavoro certosino - dice Cableri - È per questo che la maggior parte dei dinosauri viene commercializzata sulla carta e soltanto dopo un'opzione di acquisto si procede all'opera di ricostruzione». Cableri, in questo senso, rappresenta un'eccezione perchè mette in vendita esemplari già finiti. Non solo. Con l'ausilio di artisti e designer fa ricomporre gli esemplari in posizioni dinamiche, spesso da combattimento.

Ma chi sono gli acquirenti? Un forte bacino è il mercato asiatico, anche quello istituzionale. «In Oriente sono sorti moltissimi musei di grandi dimensioni in cerca di una collezione; e un dinosauro è un oggetto che soddisfa un gusto pop e ha il vantaggio di occupare a solo una superficie di circa 30 metri». Esiste poi un vasto mercato privato, negli Stati Uniti ma anche in Europa, soprattutto la Francia, che vede tra gli acquirenti centinaia di castelli privati e relais chateaux. «Quelli ubicati nelle zone turisticamente meno battute - dice Cableri - li acquistano per attirare clienti: è una formula che ha dimostrato di aumentare del 20 per cento il pubblico delle famiglie con bambini».

I prezzi, si diceva, variano fortemente a seconda della qualità della ricostruzione. Da poche decine di migliaia di euro a molti milioni. «Quelli molto spuri, ricostruiti con ossa di animali differenti sono ovviamente i più economici, quelli che io definisco il... modello Frankestein». I predatori carnivori sono molto più richiesti rispetto agli erbivori come il brontosauro. Il più caro di tutti, manco a dirlo, è il più temibile e più amato dai bambini: parliamo ovviamente del famigerato T-Rex, rarissimo e ricercatissimo. «Soltanto un cranio può arrivare a costare diversi milioni».

Miracoli del cinema.

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