Roma

Il mercatino dei rom fa discutere

Tornano le bancarelle dei nomadi. In passato dubbi sulla merce offerta

Silvia Marchetti

E tre. Ieri mattina cinquanta bancarelle Rom sono tornate nell’XI municipio, questa volta all’interno dell’area parcheggio di lungotevere Dante. La cooperativa sociale Phralipé-Fraternità, associata all’Opera Nomadi, ha allestito un mercatino di prodotti artigianali della cultura Rom Sinta: oggetti in rame, vestiti ricamati a mano, vecchi lampadari e comodini. Se diventerà un appuntamento domenicale fisso, sarà il terzo mercatino Rom «patrocinato» dal Campidoglio dopo quelli ormai consolidati nel VII e V municipio. Gli organizzatori hanno già chiesto al presidente Massimiliano Smeriglio (Prc) l'autorizzazione a ripetere l’iniziativa per le prossime domeniche. Poco tempo fa un simile mercatino era sorto nella stessa zona vicino al Cinodromo ma era stato subito chiuso quando i vigili trovarono in vendita, accanto agli oggetti di artigianato, anche cellulari, televisori e pc di dubbia origine. «Quello però era abusivo - spiega Averamo Virgili, direttore della cooperativa - mentre alla nostra manifestazione, battezzata Pijats Romano, partecipano solo i soci vendendo roba usata o donata dalle parrocchie e dalle biblioteche. Nessun oggetto elettronico». Insomma, un mercatino spontaneo che ha l’obiettivo di «rivitalizzare» la cultura Rom-Sinta.
Tra gli oggetti esposti, spiccano soprattutto le pentole, i vasi e i recipienti in rame, ottone e ferro battuto. Le bottiglie della Coca Cola allungate lavorate dai Sinta e gli abiti tradizionali cuciti a mano dalle donne, le stesse che hanno partecipato alla sfilata multietnica di Romeo Gigli organizzata l’anno scorso al Mattatoio. Ma ci sono anche vecchi comodini e lampadari restaurati: «Molta gente - spiega Virgili - assume temporaneamente i Rom per traslochi o sgomberi di cantine, e in cambio dà loro roba di cui non sa più che farsene».
L’Opera Nomadi - che ha istituito lo sportello Rom-lavoro presso il XIV dipartimento dell’assessorato al Lavoro - pubblicizza il lato «artistico» ed espressivo di questi mercatini che permettono ai nomadi di mettere in atto le loro doti artigianali e creative. «Il nostro obiettivo - afferma Massimo Converso, presidente dell’ente - è quello di aprire altri due mercati simili entro l'anno. Vogliamo legalizzare ciò che sono le attività millenarie dei Rom, creando delle istituzioni socio-culturali permanenti». Ma secondo Alleanza Nazionale c'è ben poco di culturale in questi eventi domenicali. Glauco Rosati, capogruppo in XI municipio, ricorda il parere negativo espresso a fine dicembre dalla polizia municipale in merito all’apertura del mercatino. «Gli agenti temevano di ritrovare sui banchi tastiere di pc e video-registratori precedentemente incriminati - afferma Rosati - ma il municipio ha preferito scavalcare il parere negativo della polizia confidando nella buona fede della cooperativa e nella vocazione artigianale della manifestazione. E noi come opposizione siamo stati tenuti all’oscuro della faccenda con la solita delibera dirigenziale.

Una vera forzatura».

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