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La modernità un po' rétro non smette di incantare

Il direttore «Style and Heritage»: «Siamo il riferimento del classico. Che vuol dire bello»

Fabrizio Rinversi

Ascoltare Christian Selmoni vuol dire acquisire un'importante testimonianza sulla cara e amata orologeria, quella di una volta, tradizionale ed elegantissima, fine ed essenziale, straordinariamente semplice anche nella complicazione più articolata, in fondo, quella da cui tutti gli appassionati e non, sono partiti per avvicinarsi allo straordinario universo del segnatempo. Il motivo è semplice.

Classe 1959, nato in una famiglia di orologiai della Vallée de Joux, culla dell'arte elvetica delle lancette, Selmoni ha cominciato, nel 1990 a lavorare in Vacheron Constantin, la più antica Casa e che Casa - orologiera ancora in attività, fondata nel 1755 da Jean-Marc Vacheron, a Ginevra. Attivo dal 2010 come responsabile artistico e creativo, recentemente è stato nominato direttore «Style and Heritage», come a dire che al passato, per lo stile di Vacheron Constantin, non si può derogare: «Dobbiamo essere in grado afferma Christian di trasmettere il nostro heritage in termini di cultura del design e, contestualmente, di tradurlo in un messaggio contemporaneo. Per Vacheron Constantin è importante rimanere un riferimento indiscutibile per l'orologio classico ed elegante. Classico non significa vecchio, ma esemplificativo del bello nell'orologeria. La sottile e moderna differenza, oggi, la fanno gli effetti grafici sul quadrante, le font delle scale numeriche, le cromie a contrasto o ton sur ton, ma gli schemi di partenza sono sempre quelli di una volta». Parole che trovano una straordinaria concretezza, in particolare, nella collezione Historiques di Vacheron Constantin che, per l'appunto, da quasi 20 anni, reinterpreta icone del patrimonio tecnico ed estetico della Maison. Citiamo, ad esempio, l'Historiques American 1921, sviluppato su cassa coussin in oro rosa da 36,5 mm. Fu realizzato nel 1921 per un cliente statunitense appassionato di automobili: movimento e, dunque, quadrante erano ruotati di 45° e permettevano un'efficace lettura dell'ora senza dover girare il polso durante la guida. La fedeltà è ineccepibile, con sfere a pomme évidée in oro nero ossidato - e numeri arabi Breguet a scorrere su di un quadrante argenté grené; la corona, in corrispondenza del 12, è sul vertice superiore destro della cassa carré galbé, mentre il movimento manuale di manifattura è il calibro 4400 AS con piccoli secondi.

Ecco, poi, anche l'Historiques Triple Calendrier 1942 (medesima base manuale 4400, ma con l'aggiunta del modulo «calendario»), in acciaio (originariamente, la ref. 4240 del 1942 era prevista anche in oro giallo e rosa) da 40 mm, nel quale il richiamo al passato è evidente nella tripla bombatura della lunetta e nelle anse ad artiglio; sul quadrante argenté ecco le sfere a filo azzurrate e allungate, come da tradizione, ma originale il blu o il bordeaux delle indicazioni a finestrella di giorno e mese, e della scala analogica periferica del datario a lancetta centrale a punta di freccia. Conclude Selmoni: «I nostri clienti continuano a seguirci, perché trovano consistenza nel nostro messaggio, continuità, sanno cosa aspettarsi.

Non c'è niente di più sbagliato di cercare la modernità su territori che non ti appartengono».

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